«Ho dolori al torace», lascia la clinica e muore a casa: choc in Campania

«Ho dolori al torace», lascia la clinica e muore a casa: choc in Campania
di Enrico Ferrigno
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Sabato 9 Gennaio 2016, 10:59 - Ultimo aggiornamento: 11 Gennaio, 10:51
MALASANITA'CASALNUOVO - Avverte dolori al torace e al braccio sinistro, il marito l'accompagna al pronto soccorso. Si sospetta un infarto, ma l'elettrocardiogramma è normale.

La donna fa ritorno a casa senza attendere l'esito delle analisi degli enzimi cardiaci e muore dopo qualche ora davanti ai tre figlioletti. A finire stroncata da un malore a Casalnuovo il primo gennaio scorso è stata Lucia Lettieri. La quarantacinquenne aveva effettuato alcuni controlli alla Clinica dei Fiori di Acerra dove era stata trasportata dal marito Giovanni Marino, segretario regionale del comparto areonautico della Uil trasporti. Una tragedia che si è consumata in poche ore e sulla quale farà luce la magistratura a cui si sono rivolti i familiari della casalinga.

«C'è stata imperizia o negligenza da parte dei sanitari della Clinica denunciati per questo di omicidio colposo» sostengono i familiari e l'avvocato Antonello Madeo, il legale romano a cui si sono rivolti. «La signora ha interrotto volontariamente l'iter diagnostico firmando le dimissioni e lasciando il pronto soccorso contro il parere medico», ribatte il direttore sanitario della clinica acerrana, Antonio Vetrella, dopo aver avviato un'indagine interna per verificare eventuali responsabilità.

Ieri mattina, intanto, è stata eseguita l'autopsia sul corpo della donna, ma per stabilire con certezza quali siano state le cause del decesso occorreranno circa due mesi. La cartella clinica su cui sono state registrate tutte le fasi del ricovero è stata sequestrata dai carabinieri su disposizione della Procura di Nola.

«Dopo essere stata sottoposta ad un elettrocardiogramma, la signora è stata rassicurata dai sanitari della struttura ed è per questo motivo che è rientrata a casa per accudire i figli, senza attendere l'esito degli enzimi, accertamento richiesto in questi casi dalla scienza medica per escludere patologie cardiache in atto», racconta l'avvocato Madeo.

Alla donna sarebbe stato praticato anche un antidolorifico prima di far ritorno a casa. L'esito delle analisi sarebbe stato pronto solo tre ore dopo ed il marito di Lucia si era reso disponibile a ritirarle di persona. Dai risultati è spuntato, successivamente, che i valori degli enzimi cardiaci sarebbero risultati addirittura regolari.

«Ma comunque non sono state rispettate le linee guida del pronto soccorso che prevedono due o più analisi nelle 12 ore successive al ricovero ospedaliero per scongiurare con certezza un possibile infarto», ribatte l'avvocato Madeo. La tragedia comincia quando da poco sono passate le 20.10 del primo gennaio. La signora Lucia viene accompagnata dal marito Giovanni al pronto soccorso ad Acerra. Alla donna viene praticato per tre volte l'elettrocardiogramma con esiti negativi e misurata la pressione arteriosa che risulta essere regolare. Si sottopone all'esame del sangue per verificare lo stato degli enzimi cardiaci e verificare con certezza l'esistenza o meno di un infarto.

Ma per gli esiti bisogna attendere tre ore e normalmente dovrebbero essere ripetuti almeno una seconda volta nel corso del tempo. Lucia chiede, in attesa di conoscere i risultati, di rincasare per accudire i suoi figli, due ragazzi di 18 e 15 anni e una bambina di appena 8 anni. E alle 20.40 firma le dimissioni. Tre ore dopo, mentre era in bagno, si sente un tonfo. Il marito Giovanni sfonda la porta e insieme ai figli trova la povera Lucia esanime a terra. Inutili i soccorsi, la donna è riversa a terra senza vita. «La mia vita e quella della miei figli è drammaticamente cambiata. Non voglio soldi, ma solo giustizia soprattutto per evitare agli altri le stesse tragedie», spiega Giovanni Marino.

Ma sullo sfondo di questa vicenda ci sono anche le difficoltà che si vivono sul territorio a causa della mancanza di strutture ospedaliere pubbliche. La clinica Villa dei Fiori, struttura privata con un pronto soccorso convenzionato, è un punto di riferimento nella zona. Ma da quando è chiuso il pronto soccorso di Frattamaggiore, in seguito ai danni provocati da un allagamento due mesi fa, la struttura di Acerra è praticamente presa d'assalto dai residenti nei comuni della fascia rimasta scoperta dal servizio. Decuplicate le richieste di prestazioni e anche i medici sono sotto particolare tensione.
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