I pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini avevano chiesto di archiviare il caso o di sollevare una questione di
costituzionalità della norma sull'aiuto al suicidio. Il gip Luigi Gargiulo ha invece respinto l'istanza e ha ordinato
l'imputazione coatta e la successiva richiesta di rinvio a giudizio per Cappato ritenendolo responsabile di una duplice
condotta: avendo prospettato a Dj Fabo, che era cieco e tetraplegico per un incidente stradale, una dolce morte qualora si fosse rivolto a una struttura svizzera, non solo lo avrebbe aiutato a morire ma avrebbe rafforzato «l'altrui proposito di suicidio». Per la Procura invece non sarebbe stato commesso alcun reato ma sarebbe semplicemente stata aiutata una persona ad esercitare un diritto individuale e cioè il diritto a morire con dignità e, quindi, all'autodeterminazione che, in questo caso, prevale sul diritto alla vita.
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