Carcere per il marito che non paga l'assegno, Meliti: «Il problema è la certezza della pena Ma il rischio manette è un deterrente»

di Valentina Errante
2 Minuti di Lettura
Venerdì 6 Aprile 2018, 12:09
«Questa norma ha il pregio di riordinare e fare chiarezza su una serie di interventi che si erano stratificati e avevano creato dubbi interpretativi», spiega l'avvocato Marco Meliti, presidente dell'Associazione italiana di diritto e psicologia della famiglia.

Chi non paga andrà in carcere?
«Diciamo che la legge serve piuttosto da ammonimento. Dopo la prima condanna, per una persona incensurata, non ci sono conseguenze immediate, ma dopo più sentenze il carcere è davvero un rischio ».

La norma riguarda anche le separazioni provvisorie?
«Certo, anche nel caso di un'ordinanza provvisoria del giudice che dispone il versamento di assegni per il coniuge o per i figli»

E se intervengono difficoltà economiche?
«La semplice difficoltà economica non è un'esimente. In primo luogo l'incapacità di assolvere all'obbligo deve essere intervenuta successivamente alla sentenza del giudice. Devono cioè essere cambiate le condizioni. Perché, nel momento in cui stabilisce una cifra, il Tribunale ha valutato le possibilità economiche di una persona».

Quindi adesso è tutto chiaro?
«Un punto oscuro rimane: si fa una distinzione tra i figli maggiorenni non indipendenti economicamente, nati all'interno di un matrimonio, per i quali è previsto l'obbligo di versamento, e quelli nati da una coppia convivente, che invece non avrebbero diritto ad essere mantenuti. Una differenza che dovrà essere chiarita».

In Italia i padri che non pagano sono un esercito, ma non accade nulla.
«Le condanne arrivano, ma il problema in Italia è il solito: si legifera troppo e non c'è la certezza della pena. In altri paesi ai padri che non pagano viene vietato l'incontro con i figli.

 
© RIPRODUZIONE RISERVATA