Via al divorzio breve, ma i tempi d'attesa rischiano di allungarsi

Via al divorzio breve, ma i tempi d'attesa rischiano di allungarsi
di Valeria Arnaldi
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Martedì 26 Maggio 2015, 05:43 - Ultimo aggiornamento: 28 Maggio, 22:08
ROMA - Un anno per dirsi addio nei casi di separazione giudiziale. Appena sei mesi per la consensuale. Il divorzio breve è realtà. Da oggi. La normativa entrata in vigore riduce sensibilmente i tempi per lasciarsi alle spalle matrimoni infelici, con o senza figli, scesi dai tre anni di separazione ad, appunto, sei mesi, massimo un anno. Almeno, questo è quello che promette la carta, anche per i procedimenti in corso.

Proprio questi ultimi, però, potrebbero allungare i tempi. Sono circa duecentomila quelli in corso che potranno avvalersi delle nuove procedure, ai quali si aggiungeranno i nuovi. Numeri che portano molti a temere il caos.



«A essere iscritte al ruolo potranno essere sia le cause dell'anno, che quelle dei due precedenti - spiega l'avvocato Giorgio Vaccaro, membro Commissione Famiglia Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma - La norma produce un effetto luce verde: le cause partiranno tutte insieme». Si potrebbe così essere costretti a mettersi in fila per tentare di guadagnarsi una buona "posizione" nel calendario delle udienze. «Il corto circuito sarà inevitabile - prosegue - La legge non ha previsto un aumento di giudici. Altro che contrazione dei tempi! Una causa iscritta al ruolo oggi potrebbe andare in udienza nel 2020». E se nei tribunali delle grandi città, che hanno sezioni dedicate, a rischiare il caos è il comparto specifico, negli altri ad andare in tilt potrebbe essere tutto il contenzioso civile.



«CONTRACCOLPO ALL'INIZIO»

L'aumento di richieste ci sarà, conferma Gian Ettore Gassani, presidente nazionale Associazione Avvocati Matrimonialisti Italiani, che esclude, però, il rischio caos: «Ci sarà sicuramente un contraccolpo nei primi mesi, ma i tribunali si sono attrezzati e non più tardi di ottobre-novembre avranno smaltito la mole di lavoro iniziale». Nel primo mese, secondo Ami, il numero di richieste oscillerà «tra le 50mila e le 200mila, delle quali almeno il 50% verrà risolto attraverso la negoziazione assistita». E se per la separazione giudiziale, anche per l'Associazione, i tempi potrebbero essere più lunghi di quelli stabiliti, la consensuale potrebbe chiudersi con una marca da bollo da 16 euro.



«LA NORMATIVA È UNA VITTORIA»

Alta criticità, per l'avvocato Maria Rosaria Della Corte, è nella «sovrapponibilità dei giudizi per separazioni pendenti o già omologate e divorzio breve». La normativa rimane comunque una vittoria. «In media per il divorzio occorrevano tra cinque e otto anni - racconta l'avvocato Della Corte - e le separazioni, previste in tre anni, diventavano di quattro o cinque. Ora, per una vera riforma del diritto di famiglia, occorrerebbe aumentare il numero dei magistrati specializzati, magari attingendo al tribunale minorile, il cui carico di lavoro è diminuito». Guarda avanti pure la Lega italiana per il divorzio breve. «Il nostro obiettivo è superare il doppio passaggio separazione-divorzio - dice il segretario, Diego Sabatinelli - Dobbiamo dare ai cittadini la possibilità del divorzio diretto, già in vigore in altri Paesi Ue».