Caso Denise, al via il processo d'appello: alla sbarra la sorellastra della bambina scomparsa

Caso Denise, al via il processo d'appello: alla sbarra la sorellastra della bambina scomparsa
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Venerdì 18 Aprile 2014, 10:48 - Ultimo aggiornamento: 19 Aprile, 14:07
Comincia stamattina a Palermo il processo di appello per la sparizione di Denise Pipitone , la bambina di quattro anni di Mazara del Vallo (Trapani) di cui si sono perse le tracce il primo settembre del 2004. Alla sbarra ancora una volta Jessica Pulizzi, la sorellastra di Denise, accusata di sequestro. In primo grado era stata assolta.



Il dolore della mamma. «Sono dieci anni di dolore, dieci anni di sofferenza ma anche di lotta e cerco ancora giustizia. Sono una madre a cui hanno sequestrato la figlia di quattro anni, siamo fiduciosi che questa volta l'appello vada bene», dice Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone, mentre passeggia davanti alla terza sezione della Corte d'Appello di Palermo dove sta per cominciare il processo di secondo grado. «Abbiamo sempre sostenuto le valutazioni principali e le abbiamo introdotte in appello - dice ancora Piera Maggio - vedremo come si pronuncerà la Corte d'Appello. Siamo fiduciosi e vorremmo esserlo fino alla fine».



«Denise è ancora viva». La mamma di Denise Pipitone sostiene di non avere «mai avuto dubbi che lei sia viva». «È chiaro che il dolore c'è e la paura pure, ma siamo fiduciosi, il problem è riportarla indietro, ma solo se le persone collaborano». E parlando di se: «Io sono cambiata tantissimo, moralmente fisicamente, è chiaro che è un dolore talmente forte che ti cambia, ti spezza in due e ti toglie il fiato. Lascio solo immaginare quello che posso avere provato». «Spero che chi sa parli, finalmente...».



Il padre: «Prima di morire voglio riabbracciare mia figlia Denise. Non chiedo altro. Non mi interessano le condanne, i risarcimenti, io chiedo solo di potere essere chiamato papà da Denise...». Piero Pulizzi è il padre naturale di Denise Pipitone, la bambina di quattro anni scomparsa da Mazara del Vallo il primo settembre del 2004. Oggi Piero e Piera Maggio vivono insieme a Mazara, con il figlio ventunenne di lei. Pulizzi ha seguito tutto il processo di primo grado a Marsala, e ora farà lo stesso, dice, in appello a Palermo.



«Dovrei essere sul letto di morte per non venire al processo -dice l'uomo all'Adnkronos- Io non posso rassegnarmi. Sono più ottimista di Piera che, qualche volta, si fa prendere dallo sconforto». Piera e Piero non si lasciano un momento. Passeggiano nervosamente davanti all'aula della terza sezione penale della Corte d'Appello di Palermo, in attesa che inizi il processo di secondo grado che vede alla sbarra ancora una volta Jessica Pulizzi, assolta in primo grado.



La sorellastra Jessica è la primogenita di Piero Pulizzi ma i due non si parlano da più di dieci anni. «Sono anche nonno - dice sconsolato Piero Pulizzi - mia figlia Jessica un anno e mezzo fa ha avuto una figlia, e io non ho mai visto mia nipote. È molto brutto». Piero Pulizzi dice di «credere fino in fondo nella giustizia. Spero che almeno questa volta si sappia la verità. Non voglio le condanne di nessuno, ma mi devono dire dove è Denise. E lo voglio sapere prima di morire. Anni fa sono caduto da dieci metri di altezza rischiando la vita e ho detto che non volevo morire senza sapere dove è mia figlia».
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