«Le chiedo perdono per il mio linguaggio - scrive l'azzurra - ma credo che la Chiesa così si allontani sempre più dalla sua missione e che da essere Madre, e una Madre perdona sempre a chi si avvicina a lei, sia diventata supremo giudice pur non essendolo. Non chiedo nessuna deroga per quanto mi riguarda, ci mancherebbe altro, andrò in chiesa e reciterò la mia preghiera per mia nipote (e anche per il parroco, pur non avendo il dono della santità)».
«Mi sembra di aver smarrito l'indirizzo di quella Chiesa come ospedale da campo, come sottolineato da una Sua straordinaria immagine.
E sono talmente disorientata che non riesco a vedere la luce nemmeno nell'analizzare la legge sui diritti civili, che è un dovere assoluto disciplinare. Continuo a pensare che l'impianto generale sia sbagliato, ma mi chiedo se in alcuni momenti non serva quel colpo di rasoio che separi il passato dal futuro e che aiuti a guardare bene il presente. Pur con il timore che le mie idee possano essere considerate sbagliate, chiedo la Sua paterna comprensione e Le chiedo di indicare a me o a quel parroco la strada da percorrere», conclude De Girolamo.
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