De Girolamo e il Benevento-gate, tra scamorze, parenti e favori

De Girolamo e il Benevento-gate, tra scamorze, parenti e favori
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Mercoledì 15 Gennaio 2014, 10:28 - Ultimo aggiornamento: 12:45
dal nostro inviato Mario Ajello

I sanniti, i longobardi, i papalini in successione. E poi? Poi, passando per re Clemente, Benevento alla fine diventata Nunzialand. Mastella è il sovrano che si sente spodestato «ma io», dice da Strasburgo a De Girolamo e al marito Boccia che alludono a «sciacalli locali», «sono un politico nazionale, anzi internazionale».



Ma ora Benevento è La città di Nunzia, della regina del Sannio, del ministro del «qui comando io!». E comanda davvero. Quaggiù però il suo mondo trema, le scosse arrivano fortissime anche a Roma e nel bar di zio Franco, all'ospedale Fatebenefratelli, c'è aria di attesa. Lui, parente acquisito di Nunzia, è alla cassa. Si lamenta: «Neppure le aranciate possiamo fare. Ci controllano anche se lo spremiagrumi è a norma o no». Un cliente: «Don Franco, ma davvero chiudete?». «Eh, sí. Tra qualche giorno, purtroppo. Dicono che ci sono stati abusi edilizi».



È il bar di cui si parla nelle registrazioni segrete a casa di Nicola, il papà della De Girolamo, e lei avrebbe fatto avere a zio Franco e alla cugina Giorgia Liguori la gestione del locale (questa vicenda è molto local ma anche national) in barba ad un altro ramo della famiglia - quella dell'anziano don Mario - che se n'è sempre occupato. Tutto vero? Tutto falso, come dice la regina di Nunzialand? Intanto il sindaco, Fausto Pepe, del Pd, dice che manda i vigili a mettere i sigilli. I Liguori-De Girolamo attendono l'affronto ma la chiusura annunciata per ieri non s'è vista, è posticipata a oggi ma non si vedrà e il problema di Benevento - che a Guido Piovene sembrava ordinata quanto Trento - è che è tutto molto opaco. Basti pensare che il sindaco - il quale stigmatizza i comportamenti di Nunzia e si lamenta: «O eri con lei o contro di lei» - è anche quello che nell'indagine in cui è finito, e che si chiama Mani sulla città, fa compagnia tra gli altri ad Antonio Cavaliere, cognato di Nicola Cosentino.



CONFLITTO D’INTERESSI

Osserva Carmine Nardone, ex presidente dem della Provincia: «Il vero problema è il conflitto di interessi. De Girolamo figlia, ministro dell'agricoltura. De Girolamo padre, direttore del Consorzio agrario che qui è una potenza». E la sanità, le autoambulanze lottizzate, le nomine ospedaliere rimproverate a Nunzia? «Anche questo», incalza Nardone: «Una come la De Girolamo, così attenta alla gestione locale, per opportunità dovevano farla ministro senza portafoglio». Forse si sarebbero evitati problemi. Forse no. E intanto in città si parla di possibili sviluppi dell'inchiesta, proprio nel campo delle nomine agricole e perfino nel mondo giudiziario, per certe consulenze che sarebbero state concesse - secondo i bene informati o i dietrologi - a mogli di magistrati.



INNOCENTISTI IN MINORANZA

Il pm che indaga sul cerchio magico di Nunzia, il Tartaglia, gode di stima ma qualche sua passata inchiesta sulla pubblica amministrazione non è andata a buon fine. Politicamente, gli innocentisti filo Nunzia non sono maggioranza quaggiù. Ma dal punto di vista giudiziario, è tutto un altro discorso. Tutto una bufala? “Tuttodibufala” si chiama un negozio di latticini, a due passi dalla Asl e vicino alla sede della massoneria che quaggiù conta eccome, ma non nel caso di Giovanni Perfetto. È uno che vende mozzarelle, ma fa anche il comico, e sarebbe secondo le registrazioni galeotte uno dei beneficiati della regina del Sannio, attraverso un suo fedelissimo, Luigi Barone. «Macché», s'infervora Perfetto offrendo un pezzo di scamorza in questa saga nazional-paesana: «Mi sono state sequestrare delle mozzarelle dalla guardia di finanza a causa di difetti di conservazione. Mettono i sigilli ma così, rinchiusa, la merce comincia a puzzare. Allora tolgo i sigilli per evitare il tanfo nel negozio e mi fanno una multa e un procedimento penale. Della cosa parlo a Barone perché sollevi il caso, gliene parlo non in quanto fedelissimo di Nunzia ma sapendolo giornalista al Sannio quotidiano».



In effetti Barone era vice-direttore del giornale, poi il direttore sceglie Forza Italia, lui il Ncd, e la coppia si rompe. E comunque - mentre Nunzia si sgola: «Ma che c'entro io con le mozzarelle?» - Barone, il papà della De Girolamo e Giacomo Papa, capo della segreteria politica del ministro, sono il trittico che, insieme a lei, comanda a Nunzialand. O forse comandava. Adesso, niente più è come prima ma nessuno quaggiù brinda nei bar di Corso Garibaldi o nelle sedi dei partiti. Fa un bel discorso Simone Razzano, giovanissimo renziano della prima ora e membro della segreteria provinciale del Pd: «Il problema è che anche il nostro partito, che giustamente sta prendendo posizione contro la De Girolamo, deve utilizzare lo stesso metodo anche in casa propria. Sennò, non siamo credibili. Abbiamo un sindaco indagato, mentre De Girolamo, con tutte le vergogne che stanno uscendo fuori, non lo è». Almeno per ora.
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