Daisy Osakue parteciperà agli Europei, gli aggressori sono tre giovani italiani: uno è figlio di un consigliere del Pd

Daisy Osakue, gli aggressori sono tre giovani italiani: hanno agito per «goliardia»
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Giovedì 2 Agosto 2018, 18:18 - Ultimo aggiornamento: 4 Agosto, 16:59

Daisy Osakue, la discobola azzurra colpita a un occhio da un uovo lanciato da una macchina con tre giovani a bordo a Moncalieri nella notte tra il 29 e il 30 luglio, potrà partecipare agli Europei di atletica, in programma da lunedì a Berlino. Lo apprende l'Ansa in ambienti sportivi. Daisy ha appena ricevuto l'ok dai medici.

Sono tre ragazzi italiani gli aggressori dell'atleta di colore colpita all'occhio sinistro da un uovo lanciatole contro con forza mentre rincasava a Moncalieri, la notte tra il 29 e il 30 luglio. I tre avrebbero detto di aver agito per 
«goliardia». Una bravata, insomma che potrebbe costare alla primatista italiana under 23 nel lancio del disco la partecipazione agli Europei di atletica per la cura al cortisone che è costretta a fare a seguito del ferimento.

Ma non è tutto. Nella tarda mattinata i carabinieri di Moncalieri grazie alle serrate attività investigative, tra cui la visione delle telecamere di videosorveglianza pubbliche e private sono riusciti a individuare l'auto del raid, un Fiat Doblò che è risultato riportare tracce di uova, risalendo al proprietario, un consigliere comunale del Pd per il comune di Vinovo. Il figlio minore, di anni 19, era alla guida.

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tre giovani, residenti a Vinovo, La Loggia e Moncalieri, sono stati identificati attraverso una complessa attività di indagine, che ha permesso ai militari dell'Arma di individuare la targa del Fiat Doblò da cui è partito l'uovo che ha colpito in pieno volto l'atleta italiana. L'auto, intestata al padre di uno dei tre giovani, aveva sulla fiancata destra residui di uovo. Accompagnato in caserma, il proprietario ha spiegato che spesso l'auto veniva usata dal figlio 19enne. Quest'ultimo ha confessato almeno sette lanci di uova negli ultimi due mesi e ha fatto il nome dei due amici. Anche loro, convocati in caserma, hanno ammesso le proprie responsabilità.

I tre giovani, residenti a Vinovo, La Loggia e Moncalieri, sono stati identificati attraverso una complessa attività di indagine, che ha permesso ai militari dell'Arma di individuare la targa del Fiat Doblò da cui è partito l'uovo che ha colpito in pieno volto l'atleta italiana. L'auto, intestata al padre di uno dei tre giovani, consigliere comunale del Pd di Vinovo, aveva sulla fiancata destra residui di uovo. Accompagnato in caserma, il proprietario ha spiegato che spesso l'auto veniva usata dal figlio 19enne. Quest'ultimo ha confessato almeno sette lanci di uova negli ultimi due mesi e ha fatto il nome dei due amici. Anche loro, convocati in caserma, hanno ammesso le proprie responsabilità.

Matteo Salvini. Non solo «nessun razzismo», ma «pare che uno dei 'lanciatorì sia il figlio di un consigliere comunale del PD!!!» Lo scrive su Fb in merito alla vicenda di Daisy il ministro dell'Interno, Matteo Salvini.  «Pazzesco! - si legge nel post del ministro - L'informazione 'ufficialè ha occupato pagine di giornali e ore di telegiornali per denunciare l'emergenza Razzimo, alimentata da quel cattivone di Salvini. E invece... Grazie alle indagini dei carabinieri, a cui vanno i miei complimenti, sono stati presi i cretini lanciatori di uova di Moncalieri, che erano mossi non da razzismo ma da semplice stupidità».

«P.s. - aggiunge Salvini - Vi aggiungo un dettaglio che ancora non troverete in giro: pare che uno dei »lanciatori« sia il figlio di un consigliere comunale del Pd!!! Avete capito bene!!! Scommettiamo che i tig faranno fatica a dare la notizia? Per fortuna c'è la rete, e per fortuna gli italiani non sono scemi».

Il papà di uno dei fermati. «Anche i figli dei consiglieri comunali del Pd fanno delle cavolate. Da padre mi chiedo dove ho sbagliato...». È amareggiato il papà di uno dei tre giovani denunciati per l'aggressione a Daisy Osakue. «Quando senti di certi episodi, non pensi mai che tuo figlio sia coinvolto - aggiunge interpellato dall'ANSA - Mi dispiace per quello che è accaduto. Ora lui e i suoi amici, che vorrebbero chiedere scusa a Daisy, se ne assumeranno le responsabilità...».

L'avvocato dei fermati. «I miei assistiti sono ragazzi normali. Né loro, né i genitori hanno mai avuto problemi con la giustizia. Hanno realizzato le conseguenze del loro gesto leggendo i giornali e guardando la tv al mare, dove sono andati dopo l'episodio», così l'avvocato Alessandro Marampon, che difende i tre giovani denunciati dai carabinieri. «Si sono spaventati, hanno pensato anche di costituirsi - prosegue il legale - ma gli inquirenti li hanno preceduti. Ora sperano che Daisy non abbia conseguenze, né fisiche né professionali, a causa del loro gesto».

 

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