Il giovane, che parla a stento l'italiano, si dispera e piange. «Io non c'entro nulla - sostiene -. Non ho mai fatto nulla di male e non ho mai avuto intenzione di farlo». Il gip ha convalidato il fermo ed emesso il provvedimento di custodia cautelare in carcere. «Faremo ricorso al Tribunale delle Libertà», annuncia l'avvocato Perga. Secondo gli investigatori, il ragazzo, attraverso i suoi numerosi account social, avrebbe portato avanti una «intensa propaganda jihadista».
Avrebbe inneggiato al martirio, alla ricompensa che Allah concederà ai musulmani impegnati nel jihad e avrebbe esaltato il valore e il coraggio dei «combattenti in nome di Allah», di cui sarebbe stato pronto ad emulare le gesta. Hadouz si sarebbe radicalizzato in casa, frequentando chat integraliste.
L'indagine era scattata dopo gli approfondimenti del Ros ed è coordinata dalla procura di Roma.
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