Cuneo, detenuto evade da clinica psichiatrica: «È socialmente pericoloso»

Cuneo, detenuto evade da clinica psichiatrica: «È socialmente pericoloso»
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Sabato 21 Novembre 2015, 02:37 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 21:00
È caccia all'uomo in tutto il Piemonte per la fuga di un detenuto da una clinica psichiatrica di Bra, nel Cuneese. Piergiacomo Azzalin, 32 anni, era arrivato da poco nella struttura San Michele. Faceva parte di un gruppo di detenuti degli ex Ospedali psichiatrici giudiziari, diciotto in tutto, che la Regione ha destinato alla clinica braidese.



Poche ore ed è svanito nel nulla, senza che nessuno se ne accorgesse. È ritenuto «socialmente pericoloso» e l'allerta delle forze dell'ordine è massima. L'evasione nelle stesse ore in cui, dall'altra parte d'Italia, l'ergastolano Fabio Perrone, 42 anni, è fuggito da un ospedale di Lecce dove avrebbe dovuto essere sottoposto ad alcuni accertamenti sanitari. Azzalin, originario di Pavone Canavese, nel Torinese, numerosi precedenti alle spalle, tra l'altro per uso di sostanze stupefacenti, guida in stato di ebbrezza e altri reati minori, ha approfittato di una finestra aperta, senza inferriate, e ha fatto perdere le sue tracce dopo avere scavalcato un cancello di diversi metri.



Nonostante la giovane età, la sua carriera criminale sembra essere già ricca di esperienze. Nel 2008, per ritorsione nei confronti della madre che non gli aveva dato le chiavi dell' auto, aveva aperto il gas e provocato un'esplosione in casa che, oltre a causare ingenti danni, lo aveva ferito. Ustioni e abrasioni che non gli avevano però impedito di tentare la fuga. La polizia lo aveva intercettato, e fermato, alla stazione di Ivrea, gli abiti imbevuti della sostanza infiammabile utilizzata per innescare la devastante deflagrazione.



A dare l'allarme, oggi a Bra, lo stesso personale della clinica, che ha fatto scattare le ricerche delle forze dell' ordine.
Da una prima ricostruzione, è probabile che anche in questo caso Azzalin abbia raggiunto la vicina stazione ferroviaria per allontanarsi il più velocemente possibile, confondendosi tra gli studenti e i pendolari che frequentano abitualmente i treni. L'identikit dell'evaso è stato diffuso a tutte le unità operative, i controlli sui treni sono stati rafforzati e sono stati istituiti numerosi posti di blocco in tutto il Piemonte.
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