L’ACCUSA E’ CAMBIATA
Una fuga di gas, un’esplosione forse per cercare una soluzione drammatica ai tanti problemi di famiglia, che si sarebbe però trasformata in un vero e proprio disastro, provocando il crollo di una parte di palazzina, il 31 marzo scorso. Questo lo scenario su cui sta lavorando la procura. I residenti dello stabile, la cui vita è stata sconvolta il giorno prima di Pasqua, sono sconvolti all’idea che vi possa essere una responsabilità nel crollo dei coniugi, subito apparsi fra i feriti più gravi con i loro due bambini.
Il fascicolo, inizialmente aperto per crollo colposo di edificio, è stato modificato dal pm Francesca Gentilini in un’indagine per strage nella quale i due indiziati sono marito e moglie, come confermato dal procuratore della Repubblica Gianluigi Fontana. Stando a quanto emerso dalla consulenza degli esperti, vigili del fuoco e periti incaricati dalla Procura di Busto Arsizio di stabilire la dinamica del disastro, a causare la deflagrazione dell’appartamento al piano terra dei Sidella sarebbe stata un’imponente fuga di gas, presumibilmente dolosa. Resta da stabilire se alle 7.37 del 31 marzo scorso a innescare l’esplosione, sia stato uno dei due coniugi per mezzo di una fiamma libera, o se a far saltare l’appartamento saturo di gas sia stato un contatto di un elettrodomestico.
DISSESTO ECONOMICO
In seguito al crollo sono rimaste ferite otto persone, tra cui i figli della coppia e la stessa Segreto, dimessa oggi dall’ospedale milanese di Niguarda. Le indagini si concentrano sulla situazione familiare dei coniugi e sul grave dissesto economico che ha colpito la famiglia, tanto che pochi prima del disastro sarebbero stati sfrattati dal loro appartamento. Fonti vicine alla famiglia parlano di una possibile «gestione errata del denaro», che potrebbe aver spinto uno o entrambi i coniugi a pensare di farla finita. Appena dimessa dall’ospedale, appresa la notizia della sua iscrizione nel registro degli indagati letta su un gruppo Facebook cittadino, Cristina Segreto ha postato un commento: «Mettete a tacere le bocche, che questo non è giornalismo, imparate a fare il mestiere».
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