Crac Parmalat, la Cassazione: Calisto Tanzi consapevole del colossale raggiro

Crac Parmalat, la Cassazione: Calisto Tanzi consapevole del colossale raggiro
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Martedì 22 Luglio 2014, 18:31 - Ultimo aggiornamento: 23 Luglio, 18:31
Gli illeciti che hanno portato al 'crac del secolo', alla voragine di 14 miliardi di euro e alla truffa a 38mila risparmiatori, sono stati attuati con «coscienza e volontà» da Calisto Tanzi, «sia pure col concorso di quanti si sono prestati a tradurre in fatti concreti le sue direttive». Così la Cassazione chiude la vicenda giudiziaria sul tracollo, nel dicembre 2013, di quel colosso economico finanziario che era la «galassia Parmalat».



È stato il patron a volere «le falsificazioni contabili», le «dissimulazione» dei debiti, «il 'giro dei concessionari' e i finanziamenti occultati», insomma «tutte le illecite manovre contabili ed operazioni dolose dalle quali ha tratto origine il rovinoso tracollo del gruppo», dice la quinta sezione penale, motivando il verdetto che il 7 marzo ha confermato le responsabilità di Tanzi, e degli altri imputati, compreso suo fratello Giovanni, detto Gianni, morto il giorno stesso della lettura del dispositivo. Nelle motivazioni - in 168 pagine, dei consiglieri relatori davanti alla quinta sezione penale Paolo Oldi e Giuseppe De Marzo - la Corte rimarca come sia certo che «il dissesto del gruppo fosse non già soltanto prevedibile, ma certamente previsto», lo squilibrio economico fosse «progressivamente accentuato dalle illecite iniziative assunte di volta in volta».



Iniziative pianificate nella «cabina di regia», coi collaboratori stretti, della quale il presidente era, come hanno scritto i giudici d'Appello, «punto finale di riferimento». Un giudizio storico oltre che giuridico inappellabile per l'ex cavaliere del lavoro Tanzi, al quale la Cassazione ha concesso un piccolo sconto di pena, di cinque mesi, che ha portato il totale a 17 anni e 5 mesi, solo perchè è arrivata la prescrizione, il primo settembre 2012, del reato di associazione a delinquere (Tanzi è poi stato condannato lo scorso mese a 3 anni e 6 mesi in appello anche per il processo collegato Parmatour, e sconta la condanna ai domiciliari in ospedale per questioni di salute).



Stesso sconto per Fausto Tonna, braccio destro di Tanzi, per il quale un processo bis dovrà rideterminare la pena anche tenendo conto dell'attenuante della collaborazione. All'ex direttore finanziario la Cassazione attribuisce un «dolo diretto» per aver privato di rilevanza i «segnali di allarme». Anche per l'ex commercialista della famiglia Tanzi Luciano Silingardi, condannato dalla Corte d'Appello a 6 anni, prescrizione dell'accusa di associazione a delinquere, ma la Cassazione gli riconosce una «effettiva e ampia conoscenza» degli illeciti e «un'intensa cooperazione» nella cosiddetta «cabina di regia».



Per tutti gli altri, Domenico Barili (7 anni e 8 mesi), Fabio Branchi (4 anni e 10 mesi), Sergio Erede (un anno), Giovanni Bonici (4 anni e 10 mesi), Enrico Barachini (4 anni), Rosario Lucio Calogero (4 anni e sette mesi), Paolo Sciumè (5 anni e tre mesi), Camillo Florini (4 anni e un mese), Mario Mutti (3 anni e sei mesi), pene confermate, e condanna a risarcire i risparmiatori truffati, insieme ai prescritti in appello Davide Fratta e Giuliano Panizzi.
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