Manifestazioni, allarme infiltrati: cortei e proteste sotto la lente dell'Intelligence

Manifestazioni, allarme infiltrati: cortei e proteste sotto la lente dell'Intelligence
di Sara Menafra
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Mercoledì 23 Settembre 2015, 08:26 - Ultimo aggiornamento: 24 Settembre, 12:46
Nessun allarmismo, si spiega da più parti. Ma la segnalazione di una particolare «attenzione» per le manifestazioni che si svolgeranno in tutta Italia a cominciare da oggi e per le prossime tre settimane è stata inviata nelle scorse ore dall’intelligence al Viminale. Perché, si spiega nel testo di poche pagine, gli analisti hanno segnalato che gli appuntamenti di fine settembre e inizio ottobre potrebbero rappresentare un polo di attrazione per elementi violenti capaci di infiltrarsi, col rischio di «saldatura» tra le aeree più «attive» del’antagonismo, del mondo No Tav e dei movimenti «per la casa». «Non vogliamo destare preoccupazioni immotivate - spiegano - riteniamo importante dare rilevanza ad alcuni elementi che abbiamo raccolto nel corso dell’estate, passando le informazioni alle autorità competenti». E anche al Viminale tirano il freno: la segnalazione è stata effettivamente ricevuta e passata a chi di dovere ma, almeno per il momento e posto che tutti i controlli sono stati attivati, le preoccupazioni ci sono ma non sono da allarme rosso, tanto più che le manifestazioni primaverili avevano tutte numeri piuttosto bassi.



GLI APPUNTAMENTI

Stando al report ricevuto dal Dipartimento di pubblica sicurezza, le manifestazioni a rischio infiltrazioni cominciano oggi e si ripeteranno fino al prossimo 16 ottobre, giornata che vede la convocazione di un sit in davanti a palazzo Chigi per il diritto all’abitare. Questa mattina il primo appuntamento con il sit in convocato davanti al Campidoglio, a Roma, e intitolato «Un Giubileo contro i poveri». All’interno della sede del Comune di Roma, i «Movimenti di lotta per la casa» incontreranno il capo di Gabinetto del Sindaco Rossella Matarazzo, il capo Segreteria del Sindaco Silvia Decina e l'assessore alla Casa Francesca Danese. Fuori, dalle 10 in avanti, è convocata la manifestazione che protesterà anche contro lo sgombero dello spazio occupato Degage.



ANTAGONISTI E NO TAV

Il rischio che all’iniziativa prendano parte elementi violenti riguarda un po’ più concretamente l’appuntamento di sabato prossimo a Bologna, data della mobilitazione «Bologna della libertà vs Bologna della paura». La giornata del corteo è stata fissata da tempo e ha visto già alcuni appuntamenti pubblici nel corso degli ultimi giorni senza particolari problemi di ordine pubblico. La data della manifestazione finale, sabato appunto, potrebbe invece richiamare più partecipazione e il rischio di azioni eclatanti o scontri con le forze dell’ordine. Nelle scorse settimane, alcuni esponenti dell’«antagonismo» locale provenienti da centri sociali o spazi autogestiti come Tpo, Labas occupato e Hobo, hanno ricevuto procedimenti interdittivi quali divieto di dimora all’interno del comune, arresti domiciliari e obbligo di firma. Gli ultimi provvedimenti sono stati notificati giusto ieri e la preoccupazione degli analisti è che la manifestazione di sabato rappresenti l’occasione per una reazione ad effetto, tanto più vista la «presenza di elementi che già in passato si sono resi responsabili di scontri con le forze dell’ordine».



La data più problematica potrebbe essere quella del 2 ottobre, «giornata di mobilitazione nazionale studentesca». L’appuntamento è stato discusso anche negli ultimi appuntamenti estivi a Venaus, in val di Susa e l’unione delle due aree potrebbe consentire a gruppi di violenti di infiltrarsi nelle manifestazioni. Nel mondo studentesco, le preoccupazioni riguardano anche gli ambienti di destra: la scorsa settimana, il Blocco studentesco, organizzazione giovanile di Casapound, ha organizzato un blitz al Miur ed è possibile che iniziative del genere si ripetano anche ad ottobre.



MOVIMENTI «PER LA CASA»

L’ultima data «calda» è quella del 16 ottobre: un sit in convocato proprio di fronte a palazzo Chigi protesterà conto il Piano Casa in vigore dal 2014 con lo slogan «Le bambine e i bambini non si cancellano». L’iniziativa chiede l’abolizione dell’articolo 5 della legge, che vieta l’allaccio delle utenze e la concessione della residenza agli occupanti e il fatto che la manifestazione si svolgerà proprio davanti alla sede del governo ha allarmato l’intelligence. La piazza antistante è quasi interamente chiusa: anche un piccolo gruppo di infiltrati potrebbe far degenerare la situazione.
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