Forestale, ammainabandiera per il corpo: gli agenti diventano carabinieri. Protestano gli ambientalisti

Il Corpo Forestale dello Stato non esiste più
di Luisa Mosello
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Domenica 1 Gennaio 2017, 21:31 - Ultimo aggiornamento: 3 Gennaio, 11:17
Il Corpo Forestale dello Stato da oggi 1° gennaio non esiste più. L'inizio del nuovo anno segna la fine formale dell'attività degli uomini che fino a ieri si occupavano della tutela e della protezione dell’ambiente. Lo facevano dal 1822 quando per opera di re Carlo Felice era nata l'"amministrazione forestale". Che diventa Corpo Reale delle foreste con l'Unità d'Italia, poi viene soppresso e militarizzato nel 1926 da Benito Mussolini, che istituisce al suo posto la Milizia Nazionale Forestale. Quindi nel 1948 la nascita del Corpo forestale dello Stato come lo conosciamo.

In realtà non si stratta di una vera sparizione perché i 7 mila agenti verranno assorbiti all’interno dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia. In virtù di un decreto legislativo più ampio sulla razionalizzazione delle forze di polizia entrato in vigore lo scorso settembre nell'ambito della riforma Madia della pubblica amministrazione. Significa diventeranno militari a tutti gli effetti (alcuni andranno nel corpo dei Vigili del Fuoco e altri anche nella Guardia di Finanza). Cosa che ha sollevato non poche proteste da parte degli animalisti e degli ambientalisti: associazioni come il Wwf, la Lipu, la Lav e l'Enpa sono sempre stati contrari a questo tipo di soppressione-trasformazione definendola un “regalo a ecomafie e zoomafie”. E tentando di scongiurarlo anche attraverso una petizione on line che però non ha avuto gli effetti sperati.

Fra le attività che, secondo le organizzazioni a tutela dell'ambiente, potrebbero essere a rischio: il controllo sull’attività venatoria e la prevenzione e repressione delle violazioni in materia di benessere degli animali.
 
Nel Lazio a Sabaudia, in provincia di Latina, l'ammainabandiera oggi pomeriggio con il saluto del comandante: «Signori, buona fortuna. Evviva il Corpo forestale».

 
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