Coronavirus, l'infermiere: «I contagiati arrivano in ospedale ansimando, come se avessero corso»

Coronavirus, l'infermiere: «I contagiati arrivano in ospedale ansimando, come se avessero corso»
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Giovedì 26 Marzo 2020, 15:42 - Ultimo aggiornamento: 16:24

L’emergenza coronavirus continua, anche se negli ultimi 4 giorni i contagi sono diminuiti costantemente: ma le vittime ogni giorno si contano sempre a centinaia, e non si vede la luce in fondo a questo tunnel. Soprattutto in Lombardia, dove gli ospedali sono al collasso e i numeri contano migliaia di contagi e di morti, col pericolo che la città di Milano venga travolta dalla pandemia, come sta già accadendo a Bergamo.

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Oggi il Corriere della Sera ha pubblicato la testimonianza di un infermiere, rimasto anonimo, che lavora all’ospedale Sacco di Milano, una struttura di riferimento nazionale per le malattie infettive, e da qualche settimana ospedale Covid. Le parole dell’infermiere fanno venire i brividi: «Qualche settimana fa molti arrivavano con sintomi lievi o medi. Ora sono un po’ meno, l’età media si è abbassata, intorno ai 55-60 anni ma anche ragazzi di 30 anni, e quasi tutti hanno bisogno immediato di ossigeno».
 


La descrizione è scioccante: «Entrano in pronto soccorso con l’ossigeno nel sangue a 90, basso da far spavento: 40 atti respiratori al minuto, oltre il doppio del normale. Fanno quattro passi e ansimano come se avessero corso: su 20-25 pazienti che entrano in un turno di 7 ore, almeno 3 o 4 hanno bisogno del caso, il massimo livello di ossigeno prima dell’intubazione».

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Il Sacco è uno degli ospedali più attrezzati per l’emergenza, essendo una struttura preparata contro il bioterrorismo, e con gli infermieri reperibili per la task force Ebola. E l’emergenza Covid-19 ha aumentato le misure di sicurezza, con aree d’emergenza per gestire nell’immediato i pazienti più gravi e aree di isolamento e sanificazione, racconta sempre l’infermiere, che però una speranza ce l’ha: «Ho visto i bambini col coronavirus, lo passano come un raffreddore. Loro saranno risparmiati da questa tragedia».

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