Caso Consip, Matteo Renzi ascoltato dai pm come testimone: il padre è indagato per traffico di influenze

Caso Consip, Matteo Renzi ascoltato dai pm come testimone: il padre è indagato per traffico di influenze
di Valentina Errante
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Mercoledì 11 Aprile 2018, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 12:53
Alla fine Matteo Renzi è stato convocato dai pm: testimone nell'inchiesta Consip, che vede indagato suo padre Tiziano per traffico di influenze e il suo fedelissimo, il ministro allo Sport Luca Lotti, per rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento. Giovedì scorso, i magistrati lo hanno sentito nella sede del nucleo investigativo dei carabinieri, facendolo entrare dal retro. Le domande arrivano dopo il confronto, avvenuto due settimane fa in procura, tra Lotti e il grande accusatore Luigi Marroni, ex ad di Consip che aveva rivelato agli inquirenti di avere appreso delle indagini sulla centrale di acquisto della pubblica amministrazione dallo stesso Lotti, dall'ex comandante dei carabinieri della Regione Toscana, Emanuele Saltalamacchia, dall'ex presidente di Consip, Luigi  Ferrara (informato a sua volta dall'ex comandante generale dell'Arma Tullio Del Sette), e dall'ex consulente di Palazzo Chigi Filippo Vannoni.

Marroni nel faccia a faccia con Lotti, aveva ribadito la sua versione, mentre il ministro allo Sport aveva continuato a negare di avere fornito informazioni (che, sostiene, non possedesse sulle indagini) aggiungendo che le parole dell'ex manager erano solo il frutto di una vendetta, dovuta ai cattivi rapporti che da tempo intercorrevano tra loro. Ed è proprio sui rapporti tra Lotti e Marroni che è stato sentito, tra l'altro, Renzi, al quale però i pm avrebbero fatto anche molte altre domande.  Nella memoria difensiva, presentata dai legali di Lotti è contenuto anche un verbale dell'ex presidente del Consiglio, convocato nel corso delle indagini difensive. Giovedì, Renzi, davanti ai pm, ha ribadito quanto già dichiarato agli avvocati del ministro allo Sport e cioè che i rapporti tra Lotti e  Marroni erano tutt'altro che buoni.
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