Consip, gli appalti di Romeo verso il blocco. I legali al lavoro per evitare i risarcimenti

Consip, gli appalti di Romeo verso il blocco. I legali al lavoro per evitare i risarcimenti
di Valentina Errante
3 Minuti di Lettura
Lunedì 13 Marzo 2017, 08:17 - Ultimo aggiornamento: 15 Marzo, 14:52
Sospendere la maxi gara e poi annullarla. In Consip ci sono pochi dubbi sulle contromisure da assumere sull'appalto da due milioni e 690mila euro, che vede le ditte di Alfredo Romeo al vertice della graduatoria per l'aggiudicazione, e quella spinta dal senatore Denis Verdini, almeno secondo le testimonianze agli atti dell'inchiesta, in seconda posizione. Le indagini di Roma e Napoli sono lontane dalla conclusione: la centrale di acquisti della pubblica amministrazione, controllata dal ministero dell'Economia, non aggiudicherà i lotti, mentre le inchieste sono già arrivate a pezzi del governo. Anche se dovrà pagare indennizzi alle società vincitrici. Consip ha già chiesto alla procura di Roma l'ordinanza che ha portato in carcere Romeo e nominato un legale, in quanto si ritiene parte lesa nel provvedimento. Resta invece aperta la partita sul futuro dell'ad Luigi Marroni, che non intende lasciare e rimane il teste principale sul ruolo di Tiziano Renzi e del ministro Luca Lotti, il primo indagato per traffico di influenze, il secondo per favoreggiamento e rivelazione del segreto.

LA DECISIONE
Gli accertamenti per l'aggiudicazione dei 18 lotti in cui è stata frazionata la mega commessa non sono conclusi. Dopo l'apertura delle buste, avvenuta nel luglio 2014, potrebbero ancora emergere irregolarità procedurali, ma sembra difficile che un cavillo burocratico possa consentire di annullare la gara. Saranno quindi i legali di Consip, che in settimana riceveranno dalla procura l'ordinanza, a decidere come procedere dal punto di vista amministrativo. Sul fronte penale, lo studio Severino valuterà la posizione della società controllata dal ministero dell'Economia. Nonostante siano già partite le lettere di diffida da parte delle altre società che si sono piazzate in graduatoria, un punto a favore dell'amministrazione è costituito dal fatto che l'aggiudicazione non sia ancora avvenuta. Le aziende vincitrici, potrebbero ottenere solo indennizzi per i costi sostenuti e non risarcimenti. La mancata assegnazione dell'appalto è infatti un passaggio discriminante tra la mera aspettativa e il diritto soggettivo già maturato. Nelle prossime settimane sarà il cda, presieduto da Marroni, a decidere. Contestualmente, sarà disposto il licenziamento di Marco Gasparri il dirigente reo confesso, che ha ammesso di avere incassato da Romeo circa 100mila euro.

LA GRADUATORIA
Dei 18 lotti, le società dell'imprenditore napoletano risultano prime in graduatoria in 3. Per i servizi di gestione negli uffici delle amministrazioni pubbliche, nelle università e negli istituti di ricerca, Romeo si sarebbe aggiudicato il numero 3 relativo a Lombardia ed Emilia (208 milioni), il numero 13 per la Campania e la provincia di Potenza (221 milioni). A questi vanno poi aggiunti alcuni lotti accessori per gli immobili residuali in Puglia, Calabria e Sicilia e nella provincia di Matera (180 milioni). A seguire nella graduatoria ci sono Cofely, con 4 lotti per 582 milioni, e Manutencoop, con altri 4 lotti per 532 milioni.

LA RICHIESTA DI DANNI
Il rischio di annullare una gara sulla base di un'inchiesta ancora in corso è comunque alto. Romeo, già arrestato nel 2008 per corruzione era stato assolto da tutte quante le accuse. Anche quella sembrava un'indagine molto solida. Nel frattempo, l'imprenditore ha chiesto 85 milioni di danni allo Stato per la mancata aggiudicazione di una gara, ritenendo di essere stato penalizzato dalle decisioni dei giudici amministrativi. La decisione toccherà al tribunale civile di Perugia, competente sulle toghe del Consiglio di Stato. Al centro della contesa, un'altra commessa Consip, da 967 milioni. Si tratta di una gara del 2012 nella quale Romeo avrebbe dovuto aggiudicarsi 200 milioni di appalti, che però la centrale di acquisti gli ha revocato. La Romeo gestioni spa aveva partecipato in consorzio con due aziende minori, la Campanale srl di Bari e De Luca costruzioni srl di Napoli. Sebbene tutto fosse in regola al momento dell'offerta, appena prima dell'assegnazione Consip ha verificato che le due società erano in difetto sul versamento dei contributi: 21mila euro per la prima, 600 per la seconda. Romeo si è rivolto al Tar che ha respinto il ricorso. Davanti al Consiglio di Stato, i suoi legali hanno insistito sulle norme europee, meno rigide di quelle italiane: basterebbe il pagamento dei contributi e di una sanzione, ma l'appalto non potrebbe essere revocato. L'imprenditore ha chiesto a Palazzo Spada che la vicenda venisse discussa dalla Corte di giustizia europea. Ma i giudici non hanno accolto l'istanza. E adesso Romeo batte cassa.