“Competitività dei talenti”, Italia al 36esimo
posto nel ​primo indice globale Adecco-Insead

“Competitività dei talenti”, Italia al 36esimo posto nel ​primo indice globale Adecco-Insead
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Mercoledì 27 Novembre 2013, 17:27 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 12:01
Il talento rappresenta un fattore di competizione tra le economie globali, secondo la prima edizione del Global Talent Competitiveness Index (GTCI), che stato pubblicato oggi dall'INSEAD, sulla base di una ricerca condotta insieme allo Human Capital Leadership Institute di Singapore (HCLI) e in collaborazione con il Gruppo Adecco. Il GTCI, che misura la competitività di un Paese in base ai talenti che è in grado di sviluppare, attrarre e trattenere, rappresenta uno strumento utile per monitorare le evoluzioni e per confrontare le performance delle economie a livello mondiale.



L’Indice ha analizzato 103 Paesi, che rappresentano l’86,3% della popolazione mondiale e il 96,7% del PIL mondiale (in dollari USA attuali).
Svizzera, Singapore e Danimarca occupano le prime tre posizioni della classifica. Il vertice della graduatoria GTCI è pesantemente dominato da paesi europei. I primi dieci posti includono solo due paesi extraeuropei, cioè Singapore (2°) e gli Stati Uniti (9°). Le nazioni al vertice della graduatoria presentano molti aspetti in comune, tra cui importanti investimenti nell’istruzione (Regno Unito, Svizzera), una storia d’immigrazione (USA, Australia) e una chiara strategia per sviluppare e attrarre i migliori talenti (Singapore). L’Italia è risultata al 36° posto in classifica. Questa posizione risulta da una relativa scarsa capacità di attrarre talenti (in base a questa variabile, scende al 79° posto) e da una migliore capacità di farli crescere (33° posizione secondo questa variabile), grazie a buone valutazioni dell’efficacia e della qualità del sistema dell’istruzione scolastica e universitaria, secondo gli standard internazionali. I principali fattori critici per la capacità di attrarre talenti in Italia sono rappresentati da una bassa “apertura verso l’esterno” del sistema Paese, da una limitata mobilità sociale, da una scarsa presenza delle donne nel mondo professionale in confronto agli uomini.



Federico Vione, Ceo di Adecco Italia, ha dichiarato: “Il talento è la vera risorsa chiave per l’economia globale. Ciò significa che i giovani devono investire sull’apprendimento e la formazione continua, le aziende devono poter investire sui talenti e i governi devono aiutare la mobilità e la flessibilità del mercato del lavoro. E’ questa una evidenza chiara dello studio su scala globale che aiuta a capire perché le agenzie per il lavoro garantiscono oggi la soluzione più efficace all’esigenza di trovare, valorizzare e trattenere i talenti nel clima di incertezza che vincola i piani di sviluppo delle aziende”. Ilian Mihov, Presidente dell’INSEAD, commenta: “Vi è un disallineamento tra ciò di cui le aziende necessitano in termini di competenze e ciò che i mercati locali del lavoro possono offrire. Gli organi di istruzione sono sotto pressione per fornire le competenze che sono richieste dalla nuova economia globale. Ovviamente, questi temi richiedono una collaborazione tra il governo, le aziende e le scuole globali di formazione manageriale quali l'INSEAD. Poter contare su indicatori quantitativi che il GTCI offre può aiutare i Paesi ad identificare e adottare soluzioni in grado di migliorare la loro competitività dei talenti”. Bruno Lanvin, Consigliere delegato di Global Indices, INSEAD, e co-autore del rapporto, ha affermato: “La capacità di attrarre i talenti sta diventando la vera moneta con la quale Paesi, regioni e città competono l’uno con l’altro. La disoccupazione giovanile è diventata una questione centrale in tutti i tipi di paesi, ricchi o poveri, industrializzati od emergenti: oltre il 50% delle persone più giovani di 25 anni sono disoccupate nell’Europa meridionale, mentre più del 50% della popolazione di molti paesi africani ha meno di 18 anni. Il mero confronto di queste due cifre dà un’idea delle tensioni e delle sfide che ci troveremo ad affrontare nel prossimo futuro.” Il modello GTCI e la classifica si basano su una varietà di fonti internazionali affidabili, che includono l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (UNESCO), la Banca Mondiale e l’Organizzazione Mondiale per la Proprietà Intellettuale (OMPI). Inoltre, il modello GTCI ha superato un esame rigoroso da parte del Joint Research Centre (JRC) della Commissione Europea. Paul Evans, Professore emerito titolare della cattedra di Risorse Umane e Sviluppo Organizzativo intitolata alla Shell, INSEAD, e co-editore del rapporto, ha detto: “I 103 Paesi considerati in questa prima edizione del GTCI presentano una serie di differenze: le economie più “ricche” necessitano di maggiori competenze manageriali per promuovere l’innovazione e una ripresa dell’occupazione; mentre i paesi in via di sviluppo necessitano ancora di competenze tecniche e professionali per costruire infrastrutture, sistemi sanitari e scolastici. Ma tutti questi Paesi hanno in comune il bisogno di sviluppare un ambiente adatto a favorire la crescita, l’attrazione e il trattenimento delle competenze e dei talenti di cui necessitano.”
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