Commercio, addio allo shopping nei superfestivi in Sicilia

Commercio, addio allo shopping nei superfestivi in Sicilia
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Domenica 8 Aprile 2018, 20:31 - Ultimo aggiornamento: 9 Aprile, 12:17
Addio allo shopping nei "super festivi" in Sicilia.  Nella guerra alle liberalizzazioni selvagge scende in campo anche la Regione e dopo la "serrata" dello scorso weekend pasquale quando un lavoratore su due del settore del commercio ha incrociato le braccia, l'assessore regionale alle Attività produttive, Mimmo Turano, annuncia novità. «Ho presentato un emendamento nella legge Finanziaria che prevede l'obbligo di chiusura l'1 gennaio, a Pasqua, il 25 aprile, il primo maggio e il 2 giugno».

Se la norma dovesse ottenere il semaforo verde a Sala d'Ercole le chiusure saranno, dunque, regolamentate per legge. Con buona pace dei consumatori. «Io concordo con i sindacati - spiega l'assessore -. Le aperture nei super festivi si sono spesso rivelate inutili perché non hanno prodotto un incremento delle vendite e un aumento dei consumi. In ogni caso, comunque, il diritto del lavoratore a poter trascorrere una giornata di festa in famiglia viene prima degli interessi del commercio».
Per difendere il «valore sociale» delle feste i sindacati del settore di Cgil, Cisl e Uil hanno proclamato un pacchetto di scioperi.
Dopo i primi due appuntamenti a Pasqua e il Lunedì dell'Angelo, parti sociali e lavoratori guardano adesso ai prossimi giorni segnati in rosso sul calendario. Il banco di prova per misurare l'adesione alla protesta che nell'Isola è stata del 50 per cento sarà il 25 aprile.
«Le aperture indiscriminate non hanno portato vantaggi, è aumentata solo la precarietà« denunciano Filcams, Fisascat e Uiltucs. Insomma per i sindacati le liberalizzazioni non hanno creato le condizioni per una crescita dell'occupazione, ma solo «uno svilimento della qualità del lavoro in nome del profitto e del business». I diritti dei lavoratori, denunciano le tre sigle sindacali, sono stati «calpestati da una sfrenata deregulation che costringe a turni massacranti  «e alla rinuncia al sacrosanto diritto ai riposi festivi».
 
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