Il Cinema America torna a San Cosimato, una festa per duemila: pace tra i ragazzi e il Comune

Il Cinema America torna a San Cosimato, una festa per duemila: pace tra i ragazzi e il Comune
di Marco Pasqua
4 Minuti di Lettura
Martedì 3 Luglio 2018, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 13:17

In piazza, ad accogliere i suoi ragazzi, c'erano proprio tutti. C'erano le mamme dell'area giochi intitolata al piccolo Claudio, l'angioletto di Ponte Mazzini, il piccolo gettato nel fiume dal papà. C'era qualche turista americano, incuriosito da quelle cinquecento sedie (cento in più rispetto allo scorso anno), e intenzionato ad assistere alla proiezione di Ferie d'agosto, introdotta da Paolo Virzì e Francesco Bruni. Ci sono i giovani che giocano a calcio davanti al mercato, pronti a mettere via la palla, perché il cinema va rispettato, sempre. E poi ci sono gli anziani, quelli che dal pomeriggio sono sulle panchine, ad osservare i ragazzi dell'America intenti a ripulire la piazza («Valè, sei più bravo di mia moglie», scherza un 92enne, rivolgendosi a Valerio Carocci, anima e mente di questa iniziativa). Gli stessi che, più volte, dicono «meno male che questo posto non è più abbandonato e che qualcuno adesso se ne prende cura».
 


«ABBIAMO VINTO»
Torna il Cinema a San Cosimato, cuore di Trastevere, dopo aver abbandonato il cortile del liceo Kennedy. Dopo 29 sere, i ragazzi hanno riconquistato il loro spazio. «Abbiamo vinto», si lascia scappare Carocci, mentre osserva il popolo dell'arena che ha invaso la piazza. Duemila persone, forse di più. C'è anche Luca Bergamo, il vice-sindaco che, all'inizio di quest'anno, mise un paletto: per occupare la piazza si sarebbe dovuto partecipare ad un bando. Una presa di posizione che portò l'America ad andare altrove. E, successivamente, l'amministrazione comunale a dover fare retromarcia: perché dopo il flop di quello stesso bando, il Comune è stato costretto a tornare dai ragazzi ai quali aveva (quasi) sbattuto la porta in faccia. Ma ormai le polemiche sono superate. Carocci e Bergamo si abbracciano, per le foto di rito. E' una pace anche telematica: «Bergamo mi ha sbloccato su Whatsapp», esulta Valerio. Il vice-sindaco sorride e ammette: «E' stato un percorso duro e doloroso, ma lo dovevamo fare». E annuncia: «Ci vogliamo muovere per superare i problemi creati da una delibera, la 48 del 2009, che stabilisce vincoli molto stringenti per 54 piazze storiche tra cui piazza San Cosimato. Oggi ho scritto al capogruppo della maggioranza per chiedere una revisione di quella delibera, perché così come è concepita diventa un ostacolo alla realizzazione delle iniziative culturali e sportive nelle piazze del centro storico». Non solo: «In autunno, insieme a tutti quelli che saranno disponibili, voglio fare un lavoro affinché dall'estate prossima ci sia almeno un'arena cinematografica in ogni municipio».

Paolo Virzì ha il volto di chi sta partecipando ad una compleanno: «Qui viviamo una festa. Questi ragazzi non cercano un palcoscenico per loro stessi». E rivolto a Carocci, scherza: «E poi tu hai un sorriso da Virna Lisi, puoi davvero fare e chiedere tutto». Tra il pubblico c'è chi è venuto col tappeto, chi con le sedie pieghevoli, chi con i cartoni, altri con i cuscini. Si mangiano pizza, i supplì presi in via San Francesco a Ripa, ma anche panini, come in qualsiasi pic-nic. Chiara, 26 anni, viene dal Portuense, con due sedie: «Così stiamo in ogni caso comode», dice. Riccardo e Giulia, residenti di vicolo del Moro, hanno le sedie a sdraio: «Ci piace questa idea di piazza comunitaria». Phyllis Fox, 73 anni, è di San Francisco: «Sono curiosa, non ho mai visto una cosa del genere. Sono affascinata da questa esperienza». Anche i ristoratori abbracciano il loro Valerio. «Questa piazza sembrava un bimbo al quale era stata tolta la pappa in silenzio e aspettava di essere nuovamente nutrita: adesso si ricomincia», dice Angelo Onofri, dal 1985 titolare di un ristorante sulla piazza. Agata vive da 25 anni a Trastevere: «Qualcuno non voleva l'arena qui? Forse sarà stata l'invidia, non saprei. Questa iniziativa non solo va difesa e questi ragazzi ringraziati, ma va anche copiata». Per la piazza passa anche Pretty Solero, rapper della cosiddetta Love Gang, portavoce della movida alcolica più molesta della vicina San Calisto: fa una storia su Instagram per dire che lui lì non resta, e se ne va via.

NIENTE MOVIDA
Del resto qui, a San Cosimato, a pochi metri da quel bar chiuso pochi giorni fa dalla Questura, i rave non arrivano, e lo schermo sembra vegliare sulla serenità dei residenti. «Ora qualcuno si prende cura di questo posto», è ciò che viene ripetuto più spesso. I ragazzi, subito dopo il mercato mattutino, rimuovono cartoni e spazzano a terra, molto meglio di quanto dovrebbe fare l'Ama. «Sono tre anni che sostengo questi giovani dice Gaetano Blandini, direttore generale Siae che, lo ricordo, partirono da un percorso di illegalità, da un'occupazione, per poi scegliere tutt'altra strada. E, oggi, svolgono una fondamentale funzione sociale». Carocci, prima di salire sul palco e commuoversi, tiene per mano la fidanzata, Federica e la mamma, Claudia. «Sì, questa è una vittoria», ripete, mentre il pubblico lo abbraccia con un applauso.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA