Ma per questo occorrono un'analisi attenta della cartella clinica e l'esito dell'autopsia. A riferire il contenuto dell'esposto presentato alla Procura è il legale della famiglia, l'avvocato Salvatore Catania Milluzzo. «La signora al quinto mese di gravidanza - sostiene il penalista - era stata ricoverata il 29 settembre per una dilatazione dell'utero anticipata. Per 15 giorni va tutto bene. Dal 15 ottobre mattina la situazione precipita. Ha la febbre alta che è curata con antipiretico. Ha dei collassi e dolori lancinanti. Lei ha la temperatura corporea a 34 gradi e la pressione arteriosa bassa. Dai controlli - aggiunge - emerge che uno dei feti respira male e che bisognerebbe intervenire, ma il medico di turno, mi dicono i familiari presenti, si sarebbe rifiutato perché obiettore di coscienza: 'fino a che è vivo io non intervengò, avrebbe detto loro.
Quando il cuore cessa di battere viene estratto il feto e mostrato morto ai familiari.
Due di loro possono avvicinare la donna che urla dal dolore e grida continuamente 'aiutò. Viene eseguita una seconda ecografia - continua nella ricostruzione il penalista - e anche il secondo feto mostra delle difficoltà respiratorie. E anche il quel caso il medico avrebbe ribadito che lo avrebbe fatto espellere soltanto dopo che il cuore avesse cessato di battere perché lui era un obiettore di coscienza». Il secondo feto, secondo la denuncia, non è mostrato ai familiari. E un medico li avvisa che «le condizioni della donna sono gravissime perché la sepsi si è estesa, con una setticemia diffusa». La donna sedata è portata in rianimazione, «e i familiari - osserva l'avvocato Catania Milluzzo - riferiscono di averla vista con dei cerotti sulle palpebre che le chiudevano gli occhi». Poi domenica 16 ottobre la notizia del decesso.
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