Caso Yara, la difesa di Bossetti cita oltre 700 testimoni: «Far luce sulle abitudini della ragazza»

Caso Yara, la difesa di Bossetti cita oltre 700 testimoni: «Far luce sulle abitudini della ragazza»
di Claudia Guasco
4 Minuti di Lettura
Venerdì 17 Luglio 2015, 15:25 - Ultimo aggiornamento: 18 Luglio, 17:00
BERGAMO Che vita conducevano Massimo Bosetti e la moglia Marita Comi? Erano felici? Lei aveva relazioni extraconiugali? E ancora: prima della tragica scomparsa di Yara Gambirasio, la dodicenne e Bossetti si frequentavano? Ruota attorno a queste domande e a una serie da dati tecnico scientifici - dall'esame del dna trovato sul corpo della ragazzina, ai tabulati telefonici, alle immagini del furgone del muratore che si aggirava per Brembate la sera del delitto - la lista dei testimoni presentata da accusa e difesa nella seconda udienza del processo per la morte della piccola ginnasta. I giudici hanno respinto le eccezioni presentate dagli avvocati del carpentiere, il procedimento va avanti.



E Bossetti, abbronzatissimo, in camicia a scacchi lilla, siede come sempre impassibile nella gabbia degli imputati. Nessun gesto, nessuna reazione, tranne due gelide e prolungate occhiate a chi siede nell'aula di fronte e alle sue spalle.



GLI INCONTRI CLANDESTINI IN HOTEL

La pm Letizia Ruggeri ha chiesto che vengano ascoltati 130 testimoni, il collegio difensivo del manovale ben 711 frutto - afferma l'avvocato Paolo Camporini - "di un incredibile lavoro di scrematura di complessivi 5.000 testi. Sono tanti, me ne rendo conto, ma riteniamo sia necessario far luce sull'esistenza e sulle abitudini di questa ragazzina ingenua e immacolata, un fiore". Se l'obiettivo dell'accusa "è il contrario - aggiunge - vogliamo sentircelo dire chiaramente". Nell'eleco dell'accusa compare infatti Alma Azzolin, la donna che raccontò agli investigatori di aver visto Yara, tra fine agosto e settembre 2011, salire su un'auto grigia metalizzata (e Bossetti ha una Volvo di quel colore) dove l'aspettava un uomo con gli acchi azzurri "come quelli di una volpe". Per il pubblico ministero "i testi sono stati selezionati con cura per fornire una ricostruzione storicamente e cronologicamente corretta del tortuoso cammino" che ha portato all'identificazione di Bossetti quale presunto assassino di Yara.



Dunque i familiari, le amiche i Yara, le allenatrici di ritmica ma anche chi può fornire uno spaccato del menage di casa Bossetti nella villetta di Mapello. "La vita familiare dei Bossetti era tutt'altro che idilliaca", sostiene Letizia Ruggeri, che ha chiamato a deporre due presunti amanti di Marita e ha chiesto di allegare agli atti le nove schede di registrazione presso l'hotel Pegaso di Stezzano, dove la moglie del carpentiere avrebbe consumato le sue passioni clandestine nel 2012. L'accusa ha inoltre chiesto: la trascrizione di dodici conversazioni in carcere tra Bossetti, la moglie e la sua famiglia, la bolla d'acquisto del Toshiba per risalire al motore di ricerca del computer nel quale sono state trovate parole chiave a sfondo sessuale su minorenni; i tabulati telefonici di Yara e di Bossetti, i contatti dell'uomo con la madre; le bolle del materiale edile che il carpentiere ha detto di aver caricato nei pressi di Chingnolo d'Isola, dove il 26 febbraio 2011 è stato ritrovato il corpo della ragazzina.



MORTI SOSPETTE

Sia accusa che difesa chiedono l'esame di Bossetti, con una differenza sostanziale: per la pm Ruggeri il dna repertato sugli slip e sui legging dimostra oltre ogni ragionevole dubbio che è stato lui a uccidere la ginnasta, per i legali "l'indagine e l'imputazione non hanno portato a certezze". Al contrario, secondo gli avvocati Salvagni e Caporini sono state trascurate piste alternative: "Un mese e 10 giorni prima del ritrovamento di Yara proprio nel campo di Chignolo è stato ucciso un ragazzo dominicano, prima ancora c'è stato il suicidio alquanto sospetto di una ventenne indiana, rinvenuta con tagli ai polsi, reggiseno slacciato e maglietta alzata proprio come la povera ragazzina". I legali chiedono inoltre il sequestro del furgone di Fikri, il marocchino accusato e archiviato per l'omicidio di Yara, "i nominativi e le patologie di tutti coloro che si sono recati al pronto soccorso in Lombardia, Veneto, Piemonte, Liguria ed Emilia Romagna la sera della morte della ginnasta", l'elenco dei 31.000 soci della discoteca sabbie mobili di Chignolo, l'audizione di un esperto di statistica che illustri il numero di probabilità che esistano furgoni simili a quelli di Bossetti.



LA DECISIONE DEI GIUDICI Tra le richieste della difesa, i nove componenti della Corte d'Assise - due togati e sette civili - hanno respinto la citazione come teste del perito chiamato a tratteggiare il carattere dell'imputato e l'esperto che avrebbe dovuto ricostruire la personalità della ragazzina. Esclusa anche la documentazione del fascicolo riguardante il marocchino Mohammed Fikri, la vicenda della ragazza indiana suicida ("non presenta alcuna attinenza con il processo in corso"), l'acquisizione della lista dei soci della discoteca di Chignolo e di coloro che si sono presentati nei pronto soccorso di cinque regioni.



Quanto alle prove del pm, escluse le schede di registrazione dell'hotel Pegaso, dove Marita Comi si sarebbe recata con i presunti amanti, poiché "risalenti a periodi ampiamente precedenti al caso in esame", scrive nell'ordinanza il presidente del collegio Antonella Bertoja. "Almeno il trash non entra in questo processo", commenta l'avvocato Salvagni. Il processo riprenderà l'11 settembre e proseguirà a ritmo serrato fino a dicembre con 20 udienze. Il primo testimone chiamato a deporre dalla Procura sarà Maura Panarese, la mamma di Yara Gambirasio.
© RIPRODUZIONE RISERVATA