Caserta, le roccaforti dei clan aprono allo spaccio un tempo vietato e punito con la morte

Caserta, le roccaforti dei clan aprono allo spaccio un tempo vietato e punito con la morte
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Martedì 27 Ottobre 2015, 13:48 - Ultimo aggiornamento: 28 Ottobre, 08:57
Dalle prime ore del mattino è in corso una vasta operazione contro lo spaccio di droga, che vede impegnati uomini di polizia e carabinieri di Caserta.



Le indagini, coordinate dalla Dda di Napoli, hanno consentito la cattura, per i reati di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti, di 19 indagati legati al clan dei Casalesi fazione Bidognetti-Schiavone di Casal di Principe e al clan Vanella-Grassi di Secondigliano.



Secondo quanto accertato dagli investigatori di polizia e carabinieri di Caserta, il clan dei Casalesi, attraverso i figli di elementi di spicco della cosca, ha gestito direttamente lo spaccio della droga sul territorio casertano mentre negli anni si occupava esclusivamente di finanziarne il traffico.



I pusher del clan vendevano le sostanze stupefacenti anche a Casal di Principe, a san Cipriano d'Aversa, Villa Literno e altri comuni limitrofi. Emersi legami con il gruppo camorristico di via Vanella Grassi, a Secondigliano, dove gli emissari dei Casalesi acquistavano la droga.



Tra le 19 persone arrestate figurano anche Ettore e Giuseppe Pacifico, figli di Dionigi Pacifico, arrestato di recente dalla Squadra Mobile della Questura di Caserta e ritenuto elemento di spicco del clan dei Casalesi.



In passato l'attività di spaccio di droga nelle roccaforti del clan dei Casalesi era severamente vietata e i boss la punivano anche con la morte. Gli inquirenti hanno ora scoperto invece che le sostanza stupefacenti, venivano vendute anche a Casal di Principe, a san Cipriano d'Aversa, Villa Literno e in altri comuni limitrofi.



I carabinieri, nel corso delle perquisizioni eseguite nelle abitazioni di alcune persone arrestate hanno sequestrato oltre 200 grammi di cocaina, circa 20mila euro in contanti e munizioni.
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