Cancellieri: amnistia per 20mila detenuti, ma non riguarderà Berlusconi

Annamaria Cancellieri
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Venerdì 11 Ottobre 2013, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 17:06

Penso proprio di no. Cos il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri intervistata da Giovanni Minoli a Mix24, su Radio24, rispondendo alla domanda se una sua eventuale proposta di amnistia e indulto riguarderà anche Silvio Berlusconi.

Non è la prima volta che il ministro Cancellieri respinge l'ipotesi che l'ex premier leader del Pdl possa beneficiare di un eventuale indulto o amnistia. «E' una falsa idea», aveva detto in occasione dello scontro tra il M5s e il Colle dopo l'apertura di Napolitano alle misure straordinarie per risolvere l'emergenza carceri.

Amnistia e indulto, termine di quattro anni. «Risolveremo i problemi delle carceri rispettando i termini», ha spiegato il ministro in merito alla scadenza del maggio 2014 imposta dalla Corte di Strasburgo sull'emergenza del sovraffollamento carcerario. «Ho idee chiare» sulla legge da proporre su amnistia e indulto, sottolineando che un obiettivo potrebbe essere quello che tocchi 20 mila detenuti, come avvenuto in casi precedenti. Il termine dei «quattro anni potrebbe essere una traccia», ha aggiunto.

«Giustizia spettacolo? E' un problema». «La giustizia spettacolo è un problema: in questi anni ci sono stati eccessi, momenti pesanti, ma non dimentichiamo quello che ha funzionato», ha detto infine Cancellieri. «Tortora è il caso che ha fatto più male, il primo e il più doloroso. Poi ce ne sono stati altri, ma non facciamo nomi», ha aggiunto.

No della Lega. «La soluzione del problema carcerario non è né l'amnistia né l'indulto, ma una politica di costruzione di nuovi carceri magari con livelli differenti di sicurezza. È vero che dovevano essere realizzate, ma il programma non è partito, con l'arrivo del Governo Monti ci si era fermati», dice il presidente della Regione Piemonte, Roberto Cota, a La Telefonata su Canale 5. «Comunque la Lega è contraria a questa proposta di amnistia e se questo provvedimento arriverà in aula faremo battaglia».

Intanto a poco più di 48 ore dal messaggio di Napolitano alle Camere sull'emergenza carceri si scatena in Parlamento la corsa a concretizzare al più presto l'appello del Capo dello Stato. Tecnicalità a parte, infuria la polemica. E si alza il livello dello scontro all'interno della maggioranza con il Pd che si mostra cauto all'idea di un provvedimento di clemenza non accompagnato da riforme più sostanziali contro il sovraffollamento carcerario. Entra in campo anche il governo dopo un lungo incontro tra Giorgio Napolitano ed Enrico Letta.

Per ora, i ddl su amnistia e indulto che fanno più discutere sono quello di Gal, messo a punto dal Lucio Barani che non solo parla di amnistia per reati con pene fino a 6 anni applicabile anche ai recidivi, ma di un indulto a 5 anni, alzato a 8 per condannati per reati «relativi ad associazioni o organizzazioni criminali, terroristiche o eversive che decidano di collaborare con la giustizia».

E quello di Luigi Manconi (Pd). «Si tratta di una colossale sciocchezza. La mia proposta di amnistia riguarda i reati la cui pena massima è di quattro anni, Berlusconi è stato condannato per un reato la cui pena massima è di sei anni, dunque non vi rientrerebbe. Non solo, i tre anni previsti dal disegno di legge non sarebbero applicabili a Berlusconi in quanto non può godere dell'indulto chi ha già beneficiato, come il Cavaliere, dell'indulto del 2006». Lo dichiara il senatore del Pd in merito alle accuse e alle critiche rivolte alla sua proposta in un'intervista al sito senatoripd.it.

Cauto il Pd: «Amnistia e indulto - spiega il responsabile Giustizia Danilo Leva - sono da considerare solo come approdo di una riforma del sistema delle pene». Il vero problema sarebbe riformare leggi «riempi-carceri» come l'ex Cirielli, la Fini-Giovanardi e la Bossi-Fini.

«Condivido la prudenza del Pd», commenta Matteo Renzi, «perché non credo si debba partire da amnistia e indulto» che hanno «senso, eventualmente, alla fine di un percorso di riforma». No a «bomba libera tutti». Napolitano, comunque, «ha fatto un messaggio di grande valore gli attacchi sguaiati nei suoi confronti sono inaccettabili».

«Non illudiamoci che amnistia e indulto, da soli, siano la soluzione di tutti i problemi». Lo afferma il vicepresidente del Csm, Michele Vietti. Secondo Vietti, «rischierebbero, se considerati così, di riportarci entro breve nella stessa situazione da cui

cerchiamo di uscire».

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