Camilliani, buco da 10 milioni: l'inchiesta sul commercialista dei vip porta all'estero

Renato Salvatore, l'ex superiore dei Camilliani arrestato mesi fa
di Valentina Errante
2 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Gennaio 2014, 09:16 - Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 09:24
Dieci milioni di euro svaniti nel nulla. C’ anche questo fronte nell’inchiesta sul commercialista Paolo Oliverio, gi rappresentante legale di 45 societ, depositario di scritture contabili di 55 persone fisiche e giuridiche, accusato in concorso con i boss per avere riciclato soldi dell’ndrangheta e custode di un archivio segreto su alti ufficiali, vip e uomini d’affari. E mentre si sospetta che queste informazioni possano essere state utilizzate anche da agenti dei servizi segreti con i quali Oliverio sarebbe stato in contatto e si cerca di fare chiarezza sul giro di ricatti messo in piedi dal commercialista, è emerso che dalle casse della Provincia Siculo-Napoletana della Congregazione dei Camilliani, gestita da Oliverio, mancano dieci milioni. Il sospetto è che i soldi possano essere stati portati all’estero dal fiscalista utilizzando i conti della Congregazione, che aveva una corrispondenza in Romania. Finora il commercialista ha ammesso di avere effettuato bonifici per 3milioni, soldi sequestrati dal Gico della Guardia di Finanza. Ma dove sia il resto dei fondi non è chiaro.

L’AMMANCO

Il fiscalista ha tentato di giustificarsi per l’ammanco in un memoriale consegnato ai pm sostenendo di avere informato delle movimentazioni di denaro, sia i religiosi, sia i vertici amministrativi dell’ospedale di Casoria. Si legge nell’ordinanza con la quale il gip ha rigettato la richiesta di scarcerazione: «Oliverio riconducendo le scelte a una decisione condivisa con i vertici della struttura, mira a contrastare l’assunto che egli, nella qualità di procuratore generale della Provincia Siculo-Napoletana, abbia autonomamente disposto, appropriandosene, di ingenti somme di denaro, prelevandole dal conto corrente acceso presso Mps intestato alla Provincia. Tale lettura contrasta con quanto dichiarato al pm da Flavio Bruno Erroi, direttore amministrativo dell’ospedale di Casoria, e da Ida Micillo, responsabile amministrativo del medesimo presidio ospedaliero, relativamente al trasferimento di alcuni conti su filiali di Roma e alla gestione in autonomia da parte di Oliverio».





SOLDI ALL’ESTERO

Gli investigatori sospettano che i soldi trasferiti all’estero possano essere rientrati in Italia. Partendo da due bonifici, da 30mila e 66mila euro, i militari avevano ipotizzano il meccanismo che avrebbe consentito a Oliverio di trasferire le somme all’estero. Circostanza poi ammessa dallo stesso indagato. «I bonifici sono stati giustificati da una causale fittizia, ma verosimile, in relazione all’origine della provvista (Quarto centenario camilliano ndr) in favore di un beneficiario compiacente. Tale causale - si legge negli atti - appare compatibile con il mondo camilliano, in quanto l’ordine risulta avere una corrispondenza in Romania. Il beneficiario ottenuta la disponibilità in conto può provvedere secondo le seguenti due diverse modalità: prelevamento del contante accreditato all’estero e successivo trasporto in Italia, oppure disporre in Italia, da parte di altri complici, la consegna del contante di pari importo attraverso una sorta di compensazione. Il contante così ottenuto, potrà essere utilizzato per qualsiasi fine, anche illecito dal beneficiario del servizio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA