«Una sentenza che ci lascia sorpresi, auspichiamo che la Procura valuti di proporre appello avverso le assoluzioni. Il nostro impegno continua affinché non si ripetano in Italia casi vergognosi come quello dell'allevamento di beagle nel bresciano», così il direttore di generale di Legambiente Stefano Ciafani commenta le assoluzioni arrivate questa mattina, a conclusione del secondo filone del processo Green Hill. Nel procedimento con rito abbreviato, che si è celebrato questa mattina al tribunale di Brescia, erano costituite come parti civili le associazioni Legambiente, Lav e Enpa.
«La sentenza odierna del giudice del tribunale di Brescia - continua Ciafani - stride palesemente con la condanna, confermata anche in Cassazione, nei confronti degli allevatori accusati di uccisione e maltrattamento di animali.
Aspettiamo di poter leggere le motivazioni che hanno portato a questo proscioglimento per esprimere valutazioni più approfondite, auspicando che la Procura di Brescia valuti l'opportunità di proporre appello». Di certo «la nostra battaglia contro il maltrattamento degli animali non si ferma. Continueremo a vigilare e denunciare sia chi continua a perpetrare abusi, sia chi non esercita il suo fondamentale ruolo di controllo, affinché non si ripetano mai più in Italia casi vergognosi come quello di Green Hill».
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