Tre militanti Isis arrestati in Libia per il sequestro dei tecnici Bonatti

Tre militanti Isis arrestati in Libia per il sequestro dei tecnici Bonatti
2 Minuti di Lettura
Venerdì 16 Marzo 2018, 22:51 - Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 09:55

«Sì siamo stati noi: con quel sequestro volevamo finanziare l'Isis». Hanno ammesso tutto i tre cittadini libici arrestati oggi dalla Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sul sequestro di quattro tecnici della Bonatti avvenuto il 19 luglio del 2015 a Sabrata. In quella vicenda morirono due nostri connazionali: Fausto Piano e
Salvatore Failla persero la vita il 3 marzo del 2016 durante un conflitto a fuoco scoppiato nel corso di un trasferimento verso un nuovo luogo di prigionia. A salvarsi furono Filippo Calcagno e Gino Pollicardo che riuscirono a liberarsi dai loro aguzzini.

Nei confronti degli arrestati, già detenuti a Tripoli per altri reati, il pm Sergio Colaiocco e i carabinieri del Ros
contestano il reato di sequestro di persona con finalità di terrorismo aggravato dalla morte di due ostaggi. L'ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata firmata dal gip Antonella Minunni.
Le tre persone raggiunte dal provvedimento cautelare sono Youssef Aldauody, l'autista che guidava il mezzo sui cui erano a bordo i due italiani al momento del rapimento, Ahmed Dhawadi e Ahmad Elsharo. Nella confessione i tre hanno raccontato che il piano di rapimento era stato messo a punto al fine di ottenere
soldi per finanziare l'organizzazione terroristica. Gli arrestati hanno confermato che nella vicenda non c'è stato alcun pagamento di riscatto. «Una notizia che non fa che confermare quello che ho sempre saputo: eravamo in mano all'Isis», commenta Gino Pollicardo, uno dei due riuscito a sopravvivere al rapimento. La svolta alle indagini è arrivata anche con l'acquisizione di alcuni atti dell'autorità giudiziaria libica tramite rogatoria. In base a quanto accertato dalla Procura e dal Ros alla gestione del sequestro avrebbero preso parte altre dieci persone, tutte identificate ma decedute, assieme a Piano e Failla, nel corso del conflitto a fuoco avvenuto il 3 marzo di due anni fa. A svolgere il ruolo di basista, in base a quanto si apprende, l'autista che ha avvisato gli altri due annunciando loro che il 19 luglio del 2015 avrebbe trasportato via terra un gruppo di italiani.
Il filone sul sequestro ha viaggiato parallelo con quello relativo alle responsabilità dei vertici della Bonatti. Quattro componenti del cda compariranno davanti al gup il 27 marzo prossimo per il reato di cooperazione colposo nel delitto doloso. Il dirigente in Libia, Dennis Morson, ha ottenuto l'ok dalla procura per patteggiare una pena ad un anno e dieci mesi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA