Bomba davanti alla sede della Lega di Treviso, era una trappola. Pista anarchici

Treviso, due ordigni davanti alla sede della Lega: uno esplode. Salvini: «Non ci fanno paura»
4 Minuti di Lettura
Giovedì 16 Agosto 2018, 15:02 - Ultimo aggiornamento: 20 Agosto, 16:25

Hanno scelto il simbolo della Lega in Veneto, la storica sede K3 a Treviso, per intimorire e alzare scenari inquietanti di scontro sociale gli attentatori che, probabilmente qualche notte fa, hanno fatto esplodere una bomba carta all'esterno della sede del Carroccio. Un ordigno piazzato sulla scala antincendio, che non ha causato danni, ma aveva ben altro scopo: era la trappola per far arrivare qualcuno, magari gli uomini della forze dell'ordine, nel piazzale dove ha sede il K3, a Villorba, perchè qui c'era il secondo ordigno, rimasto inesploso.



Una pentola a pressione piena di chiodi, collegata ad un filo di nylon che, una volta calpestato, avrebbe fatto partire la seconda deflagrazione. C'è già una pista, anche se è presto per le certezze, fanno capire gli investigatori: una rivendicazione che le autorità hanno intercettato sul web, un comunicato della sedicente cellula anarchica «Haris Hatzimihelakis /Internazionale» nera. Un volantino rilanciato ieri dal sito 'RoundRobin.infò, con data 12 agosto 2018, nel quale gli autori sostengono di aver «attaccato con un ordigno la sede della Lega a Treviso». Questo - è scritto nel comunicato - aderendo all'invito «lanciato dai compagni della cellula 'Santiago Maldonadò, che hanno proposto di rafforzare gli attacchi alla pace dei rappresentanti e complici del dominio». Santiago Maldonado era il nome dell'attivista argentino che si batteva per la difesa dei Mapuche, trovato morto nell'ottobre 2017 nel fiume Chubut, nella Patagonia centrale. La tecnica del doppio ordigno-trappola, peraltro, è già stata usata in passato dalle formazioni anarchiche. Sul posto, nel primo pomeriggio, sono così arrivati gli artificieri e la polizia scientifica della Questura. La seconda bomba era lì, ed è stata fatta brillare. L'episodio ha gettato nello sconcerto i dirigenti locali e nazionali della Lega. 

 

Subito sono giunte le reazioni del ministro dell'Interno e leader della Lega, Matteo Salvini: «Una bomba rudimentale è esplosa di fronte alla sede della Lega di Villorba (Treviso), un'altra è stata trovata inesplosa. Cercano di fermarci, ma violenti e delinquenti non ci fanno paura. Andiamo avanti, più forti di prima.#iononmollo» ha scritto su Twitter. Sulla stessa linea il commento del governatore veneto, Luca Zaia: «che si sia trattato di un atto dimostrativo o della volontà di far del male, di ordigni ad alto potenziale oppure no, poco importa: si tratta comunque di un atto gravissimo, esecrabile, speriamo non il primo di una possibile inquietante spirale». E sulla rivendicazione dall'area anarchica ha aggiunto: «ci riporta a tristi epoche e ad allucinanti linguaggi che credevamo ormai dimenticati». «Se così non è - ha proseguito - questi nemici della democrazia sappiano che troveranno una società veneta pronta a respingerli nel nome del confronto civile, della difesa delle istituzioni democratiche». Condanna per l'attentato anche da parte del ministro della famiglia, il veneto Lorenzo Fontana: «non ci fate paura! Non ci fermerete! Forza Liga Veneta, Forza Lega» ha twittato.

Solidarietà alla Lega è giunta in maniera bipartisan dal mondo politico: dal capogruppo di Fi alla Camera Maria Stella Gelmini - «Solidarietà alla LegaSalvini dopo l'attacco di #Treviso.
Punire i colpevoli con durezza. No alla cultura della violenza», a Movimento 5 Stelle del Veneto, al segretario veneto del Pd, Alessandro Bisato, che condannando l'episodio, ha lanciato un appello «per un rapido ritorno del confronto politico nell'alveo del dibattito civile e democratico». La Prefettura di Treviso ha convocato una riunione tecnica del coordinamento delle Forze di polizia, disponendo l'intensificazione delle misure di vigilanza nei confronti della sedi della Lega, con particolare riferimento a quella di Villorba.

© RIPRODUZIONE RISERVATA