I sommozzatori hanno ispezionato palmo a palmo il canale, anche con un sofisticato sonar capace di notare qualunque oggetto fra le acque torbide, e i carabinieri hanno perlustrato, anche con l'ausilio dei cani molecolari, le aree boschive della zona, dove sono stati trovati giacigli di fortuna utilizzati probabilmente da persone senza fissa dimora. Il padre, che lavora come cuoco in Svizzera, era subito rientrato a Budrio per partecipare alle ricerche e non aveva nascosto di avere poche speranze di trovare il figlio vivo.
Ai cronisti ha spiegato che, oltre a soffrire di diabete (ma quando era uscito da casa, per andare a comprare un videogioco, non aveva con sé le dosi di insulina che doveva assumere ogni giorno), Sanad non sapeva nuotare e difficilmente si sarebbe immerso nelle acque del canale per fare il bagno.
Il timore dei genitori era che «qualcuno possa avergli fatto del male». Gli investigatori stanno cercando di ricostruire le ultime ore del ragazzino e se era in compagnia di qualcuno.
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