Barista ucciso a Bologna, trovate tracce di sangue del killer e della vittima

Barista ucciso a Bologna, trovate tracce di sangue del killer e della vittima
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Giovedì 6 Aprile 2017, 18:26 - Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 12:21

Ci sono anche pezzi del fucile da caccia imbracciato dall'assassino di Davide Fabbri, barista 52enne di Budrio (Bologna) assassinato la sera del primo aprile nel suo locale, tra i reperti su cui sono in corso accertamenti da parte dei Carabinieri coordinati da Pm Marco Forte. I frammenti si sono staccati nel corso della colluttazione tra il killer e la vittima, quando il barista era quasi riuscito ad avere la meglio sull'altro, sfilandogli l'arma e percuotendolo utilizzandola come un bastone, prima di essere freddato con un colpo di pistola a bruciapelo.

Con un fucile simile era avvenuta il 29 marzo la rapina alla guardia giurata di Consandolo, nel Ferrarese: un assalto che ha avuto come obiettivo la pistola della guardia, forse proprio quella da cui poi è partito il colpo che ha ucciso Fabbri. C'è poi un altro dettaglio suggestivo, rivelato dalla Nuova Ferrara: nella casa di Pier Luigi Tartari, pensionato rapito dalla sua casa di Aguscello di Ferrara e trovato morto in un tugurio a Fondo Reno a settembre 2015, furono rubati due fucili da caccia. Per l'omicidio di Tartari sono state processate e condannate persone che si ritiene facessero parte della banda di Igor Vaclavic, il russo attualmente ricercato per altre rapine commesse nel Ferrarese, e non coinvolto nel caso del pensionato morto.

Su di lui, per modus operandi e per alcuni elementi sospetti, leb ricerche si sono intensificate dopo il delitto di Budrio. In mano agli investigatori ci sono piccoli frammenti del fucile, su cui si cercano tra l'altro impronte digitali. C'è anche una parte di matricola, ma non sufficiente per risalire all'arma: è come avere meno di una cifra in una targa di un'auto. Ancora con un fucile da caccia è stato ucciso a Ravenna il metronotte Salvatore Chianese, a fine 2015. Un altro delitto irrisolto, le cui indagini potrebbero riaprirsi.
 
 

Dai primi risultati degli accertamenti biologici sulle tracce ematiche rilevate sulla scena del crimine da parte del Ris di Parma è emersa la presenza di sangue appartenente a due persone diverse: una identificata nella vittima e l'altra sconosciuta che dovrebbe essere quella del killer. Nei prossimi giorni proseguiranno gli accertamenti attraverso il confronto del profilo genetico del dna rilevato con quelli presenti nelle banche dati esistenti per cercare di individuare l'identità della seconda persona. È quanto si apprende dai carabinieri di Bologna in merito alla ricerca del killer del barista Davide Fabbri, ucciso sabato scorso  a Riccardina di Budrio durante una rapina.
 

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