Bari, santone sotto processo: «Mi chiese 150mila euro per guarire mio padre»

Un recente film dedicato ad un santone/truffatore "Io c'è"
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Venerdì 27 Aprile 2018, 20:03 - Ultimo aggiornamento: 28 Aprile, 12:54
Il santone dava indicazioni precise, che i fedeli si sentivano obbligati a seguire. Come racconta un testimone, citando proprio Paolo Catanzaro, «mi disse che un angelo gli aveva comunicato che io ero la prescelta per un progetto divino: finanziare croci in legno da inviare in posti disastrati della terra indicati da Dio, gesti di fede per aiutare questi popoli a liberarsi dalle afflizioni delle guerre e della fame». Sono le parole di Isabella De Bellis che si  sarebbe fatta raggirare dal sedicente veggente (ora si chiama Paola, dopo il cambio di sesso nel 2014), pagando 150mila euro in quattro anni per garantire il Paradiso al padre malato.

La vittima del raggiro era oggi in aula al processo presso il Tribunale di Bari nel quale è costituita parte civile contro la 40enne brindisina Paola Catanzaro, nota all'epoca come «Paolo il mistico», e la 51enne di Conversano Lucia Borrelli, entrambe imputate per truffa aggravata in concorso. Le due sono attualmente indagate per fatti simili anche dalla Procura di Brindisi, insieme con altre 7 persone, fra le quali l'attuale marito di Paola, Francesco Rizzo (tornato libero oggi dopo 3 mesi ai domiciliari, mentre l'ex mistico è ancora in carcere).

I fatti contestati a Bari si riferiscono agli anni 2007-2011. Nel processo è costituito parte civile anche il Gris, Gruppo di Ricerca e di Informazione sulle Sette. La vittima avrebbe iniziato a frequentare il gruppo di preghiera nell'estate 2007. La sua profonda fede e la fragilità emotiva per le condizioni di salute del padre, l'avrebbero indotta a credere ai raggiri. Le due donne, infatti, l'avrebbero convinta a pagare 6mila euro al mese (dal novembre 2007 all'agosto 2009) per distribuire tre croci ogni 30 giorni realizzate da un falegname di Bassano del Grappa e inviate da tale suor Maria della Croce (risultata inesistente), più altro denaro per le spese della comunità fino a 60mila euro in un'unica soluzione (sempre pagati in contanti) fino al febbraio 2011. Questo, le dicevano, avrebbe fatto guarire il padre (poi deceduto a ottobre 2008) o comunque gli avrebbe assicurato il Paradiso.

Nella sua lunga testimonianza dinanzi al Tribunale Monocratico di Bari, rispondendo alle domande del pm Larissa Catella e poi dei difensori degli imputati, Isabella De Bellis ha raccontato delle catechesi con «Paolo il mistico», delle visioni, dei messaggi inviatigli dalla Madonna e del sangue che gli colava dalla fronte, di essere stata convinta persino a lasciare il suo compagno e a sposare un uomo della comunità religiosa dal quale poi ha avuto un figlio. «Era l'arcangelo Eris a dare a Paolo i messaggi per me» ha raccontato la donna, riferendo delle continue richieste di denaro per quello che chiamavano «il progetto dei doni» (la distribuzione delle croci nel mondo).

Nel suo racconto la donna ha riferito anche che suo fratello, insospettito, si recò dall'allora vescovo di Brindisi, monsignor Rocco Talucci, il quale «gli assicurò che le esperienze mistiche di Paolo erano autentiche, addirittura portate all'attenzione del Vaticano».
Ma dopo essersi indebitata con amici e familiari e aver chiesto anche un mutuo in banca per finanziare la comunità, Isabella ha finalmente sospettato del raggiro nell'aprile 2012, si è allontanata dal marito (ha poi ottenuto anche l'annullamento del matrimonio) e dal sedicente mistico e ha denunciato la vicenda. «In un lampo - ha detto in udienza - presi coscienza che il progetto delle croci non esisteva e che ero stata vittima di una truffa»
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