Hanno denunciato di essere stati vittime di una «aggressione squadrista premeditata» i manifestanti antifascisti che questa notte, dopo un corteo antirazzista organizzato nelle vie del centro di Bari, sono finiti in ospedale con ferite alla testa e contusioni al volto. Per due di loro, dimessi dopo poche ore, sono stati necessari punti di sutura. A colpirli con bastoni, cinghie e tirapugni, un gruppo di militanti di CasaPound, davanti alla loro sede a pochi isolati da piazza della chiesa del Redentore, luogo dove il corteo si era da poco sciolto.
Le immagini dello scontro, già acquisite e visionate dalla Digos, non lascerebbero spazi a dubbi: i manifestanti aggrediti erano disarmati, mentre i militanti di CasaPound erano armati di cazzottiere, mazze e cinturoni con fibbie in metallo (sequestrati dalla Polizia già nella notte). Tra i bersagli dell'aggressione anche l'eurodeputata di Potere al Popolo Eleonora Forenza, mentre il suo assistente parlamentare ha subito le ferite più gravi che hanno richiesto nove punti di sutura alla testa. Per la vicenda sono stati identificati circa 30 militanti di CasaPound, una decina dei quali avrebbe partecipato attivamente all'aggressione. Non ci sono ancora persone formalmente indagate ma l'informativa della Polizia con la ricostruzione dei fatti finirà già nelle prossime ore in Procura. «A Bari non c'è stata nessuna aggressione squadrista, ma un tentativo di assalto alla nostra sede da parte dei manifestanti anti-Salvini» replica CasaPound. «Quello di cui possono accusarci - spiega in una nota il movimento di estrema destra - è solo di aver difeso il nostro diritto a esistere di fronte a chi ci vorrebbe cancellare dalla faccia della terra».Ora siamo in corteo #Barinonsilega per manifestare contro razzismo e fascismo. A chi diceva prima il Nord, noi terrone rispondiamo prima le sfruttate! @AnsaPuglia @potere_alpopolo @direzioneprc @Agenzia_Dire @ilmanifesto @CremaschiG @rep_bari @TgrRaiPuglia @DinamoPress #Antifa pic.twitter.com/wNrIp7S8oQ
— eleonora forenza (@eleonoraforenza) 21 settembre 2018
Ma i manifestanti aggrediti non ci stanno a chiedono al ministro dell'Interno, Matteo Salvini, che definiscono il «mandante politico di questo clima di violenza», di chiudere le sedi dei partiti neofascisti.