Bari, tre arresti per caporalato, le vittime al telefono: «La vita non è così»

Bari, tre arresti per caporalato, le vittime al telefono: «La vita non è così»
2 Minuti di Lettura
Martedì 24 Luglio 2018, 23:22 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 19:07
Tre arresti e più di un milione di euro di beni sequestrati. E' il bilancio dell'operazione "Macchia nera" della Guardia di finanza di Bari contro il caporalato in agricoltura. In manette, un «caporale» del luogo, l'amministratore e l'addetto alla contabilità di un'azienda agricola di Bisceglie (Barletta-Andria-Trani). Altre quattro persone sono state raggiunte dalla misura dell'obbligo di dimora. Sono accusate di fare parte di un «consolidato sodalizio» dedito al reclutamento ed allo sfruttamento di braccianti agricoli prevalentemente nel settore della raccolta dell'uva da tavola e delle ciliegie.

A incastrare gli indagati, le intercettazioni delle vittime. «Non è vita così...si stava sentendo male...poi è caduta a terra...prendi l'acqua...ma acqua non ne avevamo più...buttagli l'acqua...buttagli l'acqua addosso...», diceva al telefono uno dei braccianti.
Stava commentando quanto accaduto a una collega, che si era sentita male a causa del caldo e del troppo lavoro. Era il 22 luglio 2016. Da allora in poi gli investigatori hanno raccolto numerose testimonianze di lavoratori sfruttati. Nei campi «giungevo tramite un bus dell'azienda dopo essere partita da Mola di Bari, intorno alle ore 01.30» e «lavoravo anche per 15 ore consecutive, sempre in piedi, con una breve pausa pranzo di soli 30 minuti», ha raccontato una donna.
© RIPRODUZIONE RISERVATA