Baby squillo, restano agli arresti
gli organizzatori del "giro"

di Adelaide Pierucci
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Martedì 11 Marzo 2014, 07:52
E’ stata una mamma disperata a far partire l’inchiesta. Non riusciva pi a gestire la figlia, appena quindicenne.

«Se non stai zitta ti mando i miei amici cocainomani a sgozzarti», le diceva. E così, la donna si è rivolta ai carabinieri. Che il giro non riguardasse solo coca e abiti griffati la signora, una libera professionista sulla quarantina, l'aveva capito sbirciando il telefonino della figlia. C'era la voce degli amici e quella dei clienti. «Cliente Vittorio, cliente Bambus, cliente Augusto...». Era agosto. E tra un week end a Ponza e le giornate in un appartamento ai Parioli, sua figlia e l’amica del cuore, 14 anni, prendevano appuntamenti «per comprare tutto quello che volevano».



GLI ARRESTI

Il 22 ottobre finiscono in carcere: Nunzio Pizzacalla, un sottufficiale degli alpini che avrebbe procurato alla quindicenne i clienti e stabilito i tariffari (prezzo consigliato 300 euro a prestazione); Mirko Ieni, che aveva messo a disposizione delle ragazzine un appartamento ai Parioli e incassava le percentuali sugli incontri; Riccardo Sbarra, un cliente di professione commercialista; Michael De Quattro un altro cliente, che aveva tentato di taglieggiare una ragazzina, e soprattutto la mamma della più giovane delle due baby squillo accusata di avere spinto la figlia a prostituirsi per far fronte alle difficoltà economiche. Lo scandalo aveva subito preannunciato un terremoto giudiziario. Tra i sospettati, oltre a Mauro Floriani, c’è anche un imprenditore noto anche negli ambienti politici.



Mirko Ieni, ex barista della Luiss e Ncc, è il personaggio chiave tra gli indagati: il più spregiudicato nel giro. Sa che il mercato è interessato alle adolescenti disinibite, lui gestisce foto e contatti su bakekaincontri.it, e affitta l'alcova. «Se non le sfrutto così non le sfrutto più. Mi fanno fare 600 euro al giorno», spiega a un’amica mentre è intercettato. Intanto gli indagati alla spicciolata hanno lasciato il carcere, ma nessuno dei personaggi chiave è completamente libero. Il commercialista ha il divieto di lasciare Roma; Ieni e Pizzacalla stanno ai domiciliari con il braccialetto elettronico, mentre la mamma non può avvicinarsi alla figlia.