Denuncia l'ex marito: «Mi ammazzerà». E il giudice lo lascia in carcere

Denuncia l'ex marito: «Mi ammazzerà». E il giudice lo lascia in carcere
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Sabato 29 Aprile 2017, 16:32 - Ultimo aggiornamento: 1 Maggio, 15:37

Resta in carcere Luigi Garofalo, l'uomo di 46 anni accusato di atti persecutori contro l'ex moglie, Elena Farina. Il giorno dopo l'appello pubblico della donna, che ha chiesto venisse trattenuto in cella perché teme per la propria vita e per quella del figlio, è questa la decisione del giudice al termine dell'udienza di convalida del fermo, che si è svolta nel carcere torinese delle Vallette. «Avevo paura che uscisse e venisse a cercarmi», tira un sospiro di sollievo l'ex moglie. È stata lei, 45 anni, a denunciare il marito. Spaventata. «Vuole uccidermi», ha detto. E lui è finito dietro le sbarre per atti persecutori a conclusione di un matrimonio, dopo 23 anni di alti e bassi, che non ha più funzionato. Gelosie. Questioni economiche. La gestione di due bar di famiglia, uno a Barriera di Milano e l'altro a Madonna di Campagna. Col passare dei giorni i litigi sono diventati sempre più frequenti e più violenti. L'8 marzo l'ex marito era finito dietro le sbarre per aver tentato di sparare, forse con una scacciacani, al figlio di 19 anni che, a suo dire, «prendeva le parti della madre». Mercoledì scorso il gip lo ha messo agli arresti domiciliari, con il divieto di avvicinarsi alla casa e al posto di lavoro della moglie e del figlio. Ma lui si è recato al locale. «Era una furia: entro due giorni tu sei morta. Tu e tuo figlio. E io mi riprendo tutto».

Così è andata secondo il racconto di Elena. «Sono passato per prendere un medicinale e un cellulare. Poi sono andato dai carabinieri. Ma la mia ex moglie ha chiamato la polizia, dicendo che l'avevo minacciata», la versione dell'uomo, finito di nuovo in carcere. Oggi il giudice ha stabilito che lì deve restare. «Una scelta intelligente. Che permette di evitare sviluppi, anche drammatici», commenta il legale della donna, Antonio Foti. La lettera di scuse inviata all'ex non ha fatto breccia: «Non gli auguro il male, ma il mio aiuto non lo avrà mai», dice Elena Farina. Ma il legale dell'uomo, l'avvocato Fabrizio Bonfante, non ci sta e annuncia ricorso. «Il mio assistito - dice - non è il mostro che è stato descritto in queste ore. Io non ci sto a questa battaglia mediatica. Bisogna capire com'è andata la vicenda prima di arrivare alle conclusioni», sostiene annunciando l'intenzione di ricorrere al Riesame.

Qualunque sia la verità, sono tante le persone che, in queste ore, hanno espresso solidarietà a Elena Farina, tra cui il sottosegretario con delega alle Pari opportunità, Maria Elena Boschi. «Spesso ci accorgiamo della violenza sulle donne troppo tardi. Nei prossimi giorni andrò a trovarla per portarle l'affetto e la vicinanza mia e di tutto il Governo - annuncia la Boschi -. Non lasciamo sola una donna minacciata di violenza. Non possiamo permetterci di dire 'se avessimò. Si tratta della sua vita. È un dovere per tutte e per tutti». Elena, che ieri aveva paura di non essere creduta, oggi dice di «non sentirsi più sola».

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