Gli appalti del G8: "cricca" condannata, Bertolaso assolto

Gli appalti del G8: "cricca" condannata, Bertolaso assolto
di Sara Menafra
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Venerdì 9 Febbraio 2018, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 10:34
Né i massaggi, né gli appuntamenti galanti, né la casa di Propaganda fide, e neppure i 50mila euro dei quali non è mai effettivamente stata trovata traccia. L'ex capo della protezione civile Guido Bertolaso, passato in pochi mesi da salvatore della patria e dei grandi eventi a membro d'onore della cosiddetta Cricca degli appalti, è stato assolto con formula piena dall'accusa di corruzione che lo collegava al costruttore Diego Anemone per il processo partito nel 2010 a Firenze, poi spostato a Perugia ed infine a Roma. Bertolaso era accusato di aver «compiuto atti contrari al dovere d'ufficio, connessi all'affidamento ed alla gestione degli appalti» collegati al «grande evento relativo alla presidenza italiana del G8 da tenersi alla Maddalena nel 2009».«Un atto di giustizia che certifica come questo processo non dovesse neppure cominciare», spiega il suo legale, Filippo Dinacci.

L'assoluzione di Bertolaso è probabilmente la più clamorosa del procedimento che, complessivamente, chiude il principale capitolo con una valanga di prescrizioni per tutti gli altri episodi corruttivi che secondo le accuse della procura avevano invece caratterizzato l'assegnazione di incarichi dalla commissione opere pubbliche nazionale e da quella della Toscana (dove l'inchiesta è partita). Resta in piedi, dunque, solo la struttura della Cricca, i cui leader sono condannati per il solo reato di associazione a delinquere: sei anni e sei mesi per l'ex presidente alle opere pubbliche Angelo Balducci, sei all'imprenditore Diego Anemone, 4 all'ex generale della Guardia di finanza, Francesco Pittorru, 4 e mezzo all'ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana, Fabio De Santis. Balducci ha da tempo subito l'intera confisca dei beni, mentre per Diego Anemone il procedimento relativo al Salaria sport village è alle battute finali. Esultano tutti gli altri imputati, in parte prescritti e in parte assolti, inclusa Regina Profeta accusata di aver organizzato un giro di prostituzione nel centro sportivo: «Finisce un incubo» ha scritto su Facebook.
 
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