Parma, blitz nella clinica degli orrori: calci e pugni agli anziani ricoverati

Parma, blitz nella clinica degli orrori: calci e pugni agli anziani ricoverati
di Stefania Piras
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 10 Febbraio 2016, 15:08 - Ultimo aggiornamento: 11 Febbraio, 15:24

«C’è qualcuno per favore che mi viene a liberare?». E ancora: «Mi sento morire» ripeteva l’anziana prostrata dai dolori e dalla necessità di andare in bagno. La risposta era: «E vabbè, muori dai». Perché a Villa Alba, casa privata per anziani a Parma, si poteva andare in bagno solo quando lo diceva il personale. Altrimenti erano botte. E il rumore degli schiaffoni catturati nelle intercettazioni ambientali è eloquente. Un altro caso di violenza in case protette dopo quello di Grottaferrata. Oggi la squadra mobile di Parma ha arrestato per maltrattamenti aggravati sugli anziani la titolare della struttura, M. T. N. 31 anni. Con lei sono finite ai domiciliari anche C.E. la madre di 58 anni, e C.N. la sorella di 35. Tutte operatrici socio sanitarie per cui il pm Fabrizio Pensa aveva richiesto il carcere. Avevano trasformato la clinica per anziani 100% privata in un lager dove per ricevere quel trattamento si pagava fino a 1800 euro al mese. Ora, i famigliari degli ospiti sono stati avvisati e la clinica è vuota.

L’indagine comincia a maggio dell’anno scorso quando un’anziana torna in famiglia e si rifiuta di rientrare a Villa Alba. Così trova il coraggio di denunciare le violenze subite non solo da lei ma anche dalla compagna di stanza. E probabilmente da altri anziani, tutto ottantenni e novantenni. La donna ha raccontato che venivano bloccate nei letti, alzavano le sponde in ferro (iniziativa che dovrebbe essere prescritta da un medico) e di fatto erano private della libertà di movimento. I bisogni? Solo in ore prestabilite, ha raccontato la vittima. I contatti con i famigliari? Contingentati ed evitati con bugie. In un caso le indagate avevano farfugliato che la sorella di una delle ospiti era morta e che presto anche lei avrebbe fatto quella fine.

Oltre a quello che aveva denunciato l’anziana vittima sono emersi altri aspetti come la somministrazione di farmaci al di fuori della prescrizione medica. Si tratta per lo più di sedativi e psicofarmaci in dosi aumentate per rendere gli ospiti più mansueti. Oltre le botte c’erano le umiliazioni, le tirate di capelli, gli strattonamenti perché qualche anziano si rifiutava di mangiare o di muoversi. A Villa Alba, dicono gli investigatori, c’era un clima di terrore.
Chi ha svolto le indagini in questi mesi parla di violenze continue e quotidiane ad almeno 8 anziani. Una delle tre indagate dovrà rispondere anche di furto in ospedale dove seguiva un corso di formazione. Con l’occasione portava via materiale che serviva anche a Villa Alba: traverse, lenzuola, farmaci, guanti e garze.  

In uno degli ultimi episodi riscontrati dagli investigatori le tre indagate avevano ritardato la chiamata al 118 per un’anziana che aspettava un intervento sanitario urgente da 48 ore. Lo stato di salute della donna non era il core business della clinica: in un’altra intercettazione registrata dagli agenti Neri spiega che se avesse chiamato l’ambulanza, i sanitari «le avrebbero tolto» la cliente che, vista la situazione clinica, avrebbe potuto essere trattenuta all’ospedale. E infatti al telefono ragiona così: «In ospedale non la posso mandare sennò ci tolgono anche lei».  L’accusa è di maltrattamenti aggravati. L’aggravante riguarda alcuni casi di violenze che sono state perpetrate davanti a minori.  

Le indagini proseguono per capire se per tutti quei mesi nessuno si fosse accorto di quello che succedeva dentro Villa Alba. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA