Antiterrorismo, il pacchetto in aula alla Camera: libero accesso dello Stato a tutti i pc

Antiterrorismo, il pacchetto in aula alla Camera: libero accesso dello Stato a tutti i pc
di Sara Menafra
3 Minuti di Lettura
Giovedì 26 Marzo 2015, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 11:57

ROMA L'esame del pacchetto di norme Antiterrorismo arriva in aula alla Camera questa mattina. Ma il testo sarà ulteriormente rivisto con alcuni emendamenti presentati dalla maggioranza, dopo i rilievi arrivati due giorni fa dal Garante sulla privacy Antonello Soro. Le novità inserite nel testo approvato dalle commissioni Giustizia e Difesa congiunte prevedono ampi poteri di indagine, a cominciare dalla possibilità per la Polizia di acquisire da remoto le comunicazioni e i dati presenti in un sistema informatico, compresa la messaggistica istantanea. Il testo prevede anche che i dati possano essere accumulati per 24 mesi. Entrambi i punti, però saranno modificati in aula: sebbene il testo proposto da Emanuele Fiano del Pd prevedesse acquisizioni da remoto per molti reati gravi, come la pedopornografia, l'emendamento di Stefano Quintarelli di Scelta civica, stringerà il campo al solo terrorismo. Anche il tempo di conservazione dei dati sarà riportato a 12 mesi.

I RILIEVI DEL GARANTE

Proprio contro la possibilità di avviare ampie intercettazioni su internet si era espresso due giorni fa il garante della privacy Antonello Soro spiegando che, in questo caso, «l'equilibrio tra protezione dei dati ed esigenze investigative sembra sbilanciato verso queste ultime, che probabilmente non vengono neppure realmente garantite da strumenti investigativi privi della necessaria selettività».

Sulla conservazione dei dati fino a due anni, Soro aveva spiegato che la misura sarebbe andata «nel senso esattamente opposto a quello indicato dalla Corte di giustizia europea l'8 aprile scorso. La sentenza ha annullato la direttiva sulla ”data retention” in ragione della natura indiscriminata della misura. In quella sede, la Corte ha ribadito la centralità del principio di stretta proporzionalità tra privacy e sicurezza».

SCAFISTI E FIGHTERS

Approvato l'emendamento che obbliga all'arresto in flagranza degli scafisti, intesi come «promotori, organizzatori e finanziatori» nonché coloro che «materialmente provvedono al trasporto» dei migranti. La legge prevede che possano accedere ai benefici di legge solo se accettano di collaborare con la giustizia. Aumentano le pene per i combattenti all'estero: coloro che si arruolano per compiere azioni con finalità di terrorismo rischiano dai cinque agli otto anni e la custodia cautelare in carcere. Stesse pene anche per chiunque organizzi, finanzi o propagandi viaggi finalizzati al terrorismo. Cuore del provvedimento sono, poi, i poteri di coordinamento al procuratore nazionale antimafia che ora è anche antiterrorismo e lo specifico reato per chi si addestra a compiere attacchi anche se non li porta a termine. E ancora: i provider saranno obbligati ad oscurare i contenuti legati ai reati di terrorismo pubblicati dagli utenti ed è prevista una specifica aggravante per chi fa propaganda o arruolamento sul web. Approvato anche il controverso emendamento ribattezzato, forse con un po' di cinismo, «anti - Greta e Vanessa». L'emendamento proposto dal relatore Andrea Manciulli stabilisce che il ministero degli Affari esteri «rende pubblici, attraverso il proprio sito web istituzionale, le condizioni e gli eventuali rischi per l'incolumità dei cittadini italiani che intraprendono viaggi in paesi stranieri». La Farnesina indica anche i «comportamenti rivolti ragionevolmente a ridurre i rischi, inclusa la raccomandazione di non effettuare viaggi in determinate aree». Chi non si attiene avrà «l'esclusiva responsabilità individuale» delle conseguenze. Come questa indicazione possa essere tradotta nella scelta di non pagare eventuali riscatti ai rapitori di cittadini italiani, sarà tutt'altro paio di maniche.