Terremoto, faro sui furbetti della residenza: ad Amatrice troppi nuovi residenti

Terremoto, faro sui furbetti della residenza: ad Amatrice troppi nuovi residenti
di Valentina Errante
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Domenica 4 Settembre 2016, 09:34 - Ultimo aggiornamento: 6 Settembre, 16:15


ROMA Sei sequestri soltanto ieri, tra Amatrice ed Accumoli, chiese e abitazioni private, crollate nella notte del 24 agosto. E mentre sale il numero di edifici all'attenzione della magistratura (sono in tutto una trentina), il procuratore Giuseppe Saieva, numero uno della procura di Rieti, ha aperto un altro fascicolo che questa volta non riguarda gli sciacalli responsabili di furti nelle case distrutte, quanto piuttosto quelli che sperano di lucrare sui contributi statali destinati a chi abbia subito danni dal terremoto del 24 agosto scorso. Ossia chi, dopo il sisma, ha chiesto il trasferimento di residenza, da Roma ai centri colpiti.

SEQUESTRO DEI REGISTRI
La procura di Rieti ha chiesto ieri il sequestro di tutti i registri anagrafici dei comuni interessati dal terremoto, materiale che si aggiunge alla documentazione acquisita dai Carabinieri negli uffici della Provincia di Rieti e in quelli regionali del Genio civile sugli immobili che avevano subito migliorie antisismiche e sono crollati dopo le scosse. All'attenzione della magistratura, che ha aperto un altro fascicolo, sono finite le anomale richieste di cambio di residenza, inoltrate il 31 agosto nei centri temporanei aperti, in sostituzione degli uffici dichiarati inagibili, per accogliere le istanze dei cittadini. Secondo i sospetti dei pm, le richieste sarebbero arrivate proprio al fine di ottenere contributi per la ricostruzione degli immobili, previsti, secondo la legge, solo per le prime case. Alcuni episodi, già confermati, riguardano il trasferimento da Roma ad Accumoli. Ma adesso gli accertamenti riguarderanno anche le altre amministrazioni. Alla polizia giudiziaria spetterà anche la verifica delle pratiche presentate da quanti hanno sostenuto di essere residenti da tempo e di avere soltanto tardato nella regolarizzazione con l'ufficio Anagrafe. L'ipotesi è che sia in atto una forma di speculazione per ottenere i contributi che saranno stanziati per la ricostruzione. Nei casi ritenuti sospetti, chi ha inoltrato la domanda, ha indicato come indirizzo case distrutte, strade oramai inesistenti e quartieri ridotti in macerie.

Quattro villette e alcuni edifici di culto. I sequestri di ieri, sei in tutto, si aggiungono ai venti dei giorni precedenti, delegati dalla magistratura a carabinieri e Guardia forestale, e riguardano soprattutto chiese e immobili privati sbriciolati dal sisma.

LA RICERCA DEI DOCUMENTI
Intanto continua, anche sotto le macerie, la ricerca dei documenti indispensabili all'inchiesta. Il primo esame delle carte ritrovate o acquisite negli enti pubblici sarà affidato alla Guardia di Finanza, che ha una competenza specifica in materia. Lunedì, in procura è già stato convocato un vertice: Finanza, Carabinieri, Forestale e Vigili del fuoco faranno il punto sulle indagini con il procuratore Giuseppe Saieva e con i pm del pool che si occupa dell'inchiesta. Sotto esame gli edifici che avrebbero dovuto essere messi in sicurezza con i contributi pubblici dopo i terremoti del 97 e del 2009, ma anche le abitazioni private, molte delle quali avevano subito recentemente opere di ristrutturazione, il sospetto e che i lavori mettessero a rischio le strutture.