Alluvione Genova, capo Protezione civile: previsioni sbagliate ma niente crocifissioni

Alluvione Genova, capo Protezione civile: previsioni sbagliate ma niente crocifissioni
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Sabato 11 Ottobre 2014, 10:46 - Ultimo aggiornamento: 13 Ottobre, 07:35
«Dal punto di vista dell'esito delle previsioni qualcuno ha sbagliato». Lo ha detto il capo della protezione Gabrielli riguardo l'alluvione di Genova.

«Le previsioni sono frutto di valutazione e molto spesso scontano eventi che non necessariamente sono prevedibili. Scuramente ci sono stati errori, lo dico senza giri di parole. Si è sbagliata valutazione. Da qui a dire che bisogna crocifiggere i previsori ne corre. Arpal fa una sua previsione meteorologica sul quanto pioverà. Una volta stabilita la previsione, la Protezione Civile valuta la ricaduta di questa previsione sul territorio. Si può verificare il caso che, non essendoci una previsione significativa, la Protezione Civile faccia comunque una valutazione di impatto molto critica perchè il territorio è già saturo, i fiumi sono in piena, gli argini sono stressati. Quindi la Protezione Civile fa una valutazione di un certo tipo non necessariamente perchè pioverà tanto ma perchè il quadro è critico. Siamo ancora in piena emergenza. Le previsioni non sono confortanti. Siamo ancora in piena emergenza, le previsioni per le prossime ore non sono confortanti sia per la giornata di domani che per quella di lunedì. E tutti gli sforzi delle strutture di protezione civile del territorio devono essere utilizzate a gestire queste situazioni e ad informare i cittadini».



La gestione della situazione. «Dobbiamo essere molto chiari - ha proseguito Gabrielli - Genova è una città delicata. Tutte le strutture di protezioni civile devono essere finalizzate a gestire questa situazione».



Opere non realizzate. «Alcune opere che potevano essere fatte non sono state realizzate e questo ha rappresentato un problema - ha poi detto Gabrielli. Chiaro il riferimento agli interventi per la messa in sicurezza del Bisagno fermi per un ricorso al Tar di una ditta esclusa dai lavori - Le opere si devono fare a prescindere dai ricorsi al Tar e la causa non deve riguardare le opere ma eventualmente il danno subito dalla ditta che ha fatto il ricorso. Se oggi avessimo avuto le opera sicuramente non avremmo risolto il problema ma avremmo limitato i danni». Il riferimento riguarda polemica sui ricorsi che hanno bloccato i finanziamenti già stanziati per interventi d'emergenza nel capoluogo genovese.



Nuovo Patto. «Apro una finestra per un nuovo patto sociale. Ci sono sindaci che hanno preso decisioni forti che sono stati letteralmente massacrati. Sindaci che hanno spostato scuole non sicure dal punto di vista sismico che sono stati linciati».



Manutenzione. «I problemi della manutenzione del territorio devono essere prevalenti sulle previsioni».
Lo ha detto il prefetto Franco Gabrielli a margine della partecipazione al Comitato per il Coordinamento dei soccorsi attivato in Prefettura a Genova dopo l'alluvione che ha colpito il territorio.




Responsabilità. «Se ci sono responsabilità saranno accertate», ha assicurato - Ho una preoccupazione, questa città dal 2011 ha fatto un percorso molto importante nel tentativo di costruire un sistema utile, l'errore più grande sarebbe disperdere quel che si è fatto finora».




Le cantine. «Svuotare uno scantinato in queste ore non è il massimo della sicurezza - ha spiegato il numero uno della Protezione civile - Tempistiche di crisi sono molto ravvicinate e ristrette. Le cumulate sono impressionanti. Ci sono zone in cui si raggiungono i 700 millimetri».



Regole privatistiche. «Il buon esito della vicenda Concordia c'è stato perché abbiamo proceduto con regole privatistiche altrimenti la Concordia si sarebbe inabissata nelle acque splendide del Giglio».




Governatore Burlando. «L'alluvione a Genova ha causato danni alle strutture pubbliche per 200 milioni di euro». Ad affermarlo è il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, al termine della riunione in Prefettura. «Spero che quanto è successo suggerisca regole diverse - ha spiegato - Non si può tollerare che opere così importanti restino ferme per tanto tempo. Nel caso in cui un'opera può contribuire a salvare vite umane il contenzioso amministrativo va limitato a tempi stretti. Un argomento, assicura il presidente della Regione Liguria, di cui ho già parlato con il premier Matteo Renzi».



Bagnasco. Il presidente della Cei e arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, è andato sui luoghi dell'alluvione che ha colpito il capoluogo ligure. Bagnasco cammina nel fango a Borgo Incrociati, dove è morto Antonio Campanella. Il cardinale parla con residenti e commercianti. Una donna lo ha avvicinato ed è scoppiata in lacrime. «Genova reagisce ma non basta, bisogna fare le opere - ha dichiarato durante la visita - Questa è una via crucis che si ripete, per la quarta volta, l'ultima nel 2011. E questa volta è stata anche peggiore. Gente che ha perso nuovamente tutto, il lavoro, il sostentamento, famiglie intere con bambini piccoli, che dovrebbero ancora una volta ricominciare la propria attività. Ho sentito che alcuni non saranno più in grado
».
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