Ministro Alfano, dopo Parigi, quanto è alto il rischio di un attentato in Italia?
«Non abbiamo segnali di minacce specifiche. Ma questo non vuole dire che l’allerta non rimanga altissima. Ieri ho inviato una circolare ai prefetti e ai questori di tutt’Italia, affinché si valutino i rischi e gli obiettivi sensibili non secondo “un catalogo” nazionale, ma secondo una verifica corrispondente il più possibile al territorio».
Oggi sarà in Francia con gli altri ministri europei, avanza l'ipotesi di un super coordinamento transnazionale: aiuterà nella lotta al terrorismo?
«Per noi è prevalente l’esigenza di uno scambio di informazioni sia sul piano tattico che strategico.
Esistono altre misure da approvare con urgenza per rafforzare la sicurezza?
«Occorre che si comprenda pienamente come questa sfida può essere vinta solo rinsaldando la cooperazione internazionale in ogni sua forma, avviando una rinnovata politica di sicurezza europea che passi, innanzitutto, per la sollecita approvazione della direttiva sul Passenger Name Record, ossia il sistema di controllo delle liste di imbarco. Si tratta di dotarsi di uno strumento di tracciamento indispensabile per individuare i vari spostamenti sospetti. È evidente come la sua pronta disponibilità rappresenti un obiettivo irrinunciabile se si vorrà affrontare, in una cornice di regole condivise, il fenomeno dei foreign fighters, che anche nel corso del semestre a guida italiana è stato riconosciuto come la principale causa di rischio per l’intero territorio europeo».
«La proposta del Consiglio prevede un obbligo per le compagnie aeree di fornire ai governi tutti i dati relativi ai propri passeggeri. Durata della conservazione dei dati 5 anni. Si sta lavorando (governi e commissario Avramopoulos) per una proposta di compromesso che riduca la durata della conservazione dei dati sensibili, preveda l’obbligo per ogni Stato membro di istituire la figura di un garante, proprio per evitare gli abusi nell’utilizzo delle informazioni. Nella Capitale francese sono stati feriti valori dell’intera Europa. Fare fronte comune contro questa barbarie richiede una strategia lucida e lungimirante».
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Quanto è possibile il rischio di emulazione in Italia?
«Nessuno può escludere, ma al tempo stesso nessuno deve fare confusione. Nell’anno in cui è stato maggiore il flusso dei migranti, sono calati i reati del 7,7 per cento. Ciò nonostante il livello di attenzione è altissimo e abbiamo perfezionato un sistema di rilevazione delle impronte digitali, che ci fornisce informazioni che mettiamo in comune con le banche dati europee».
Esiste un rapporto di collaborazione con l'Islam moderato?
Secondo l'Antiterrorismo, solo a Roma esiste un centinaio di luoghi di culto non ufficiali, in questo caso che tipo di controllo è possibile?
«Le moschee sono quattro, i luoghi di culto sono numerosi in tutta Italia. Ma si tratta di luoghi conosciuti e sottoposti a controlli di polizia regolari e continui. I luoghi di culto, in particolare, non sono sottoposti a censimento per la libertà di culto, ma li conosciamo tutti».
L’intelligence francese è stata criticata per non aver valutato nella maniera giusta l'allarme lanciato dagli 007 algerini, pensa che in Italia potrebbe verificarsi un simile corto circuito?