Alatri, pestato a morte dal branco a 20 anni: difendeva la fidanzata

Alatri, pestato a morte dal branco a 20 anni: difendeva la fidanzata
di Stefano De Angelis
3 Minuti di Lettura
Lunedì 27 Marzo 2017, 12:23 - Ultimo aggiornamento: 12:25

FROSINONE Picchiato a sangue e ucciso a vent’anni per aver difeso la fidanzata. Emanuele Morganti, di Tecchiena d’Alatri, stagista in uno stabilimento industriale di Frosinone, è stato colpito alla testa con una mazza di ferro e massacrato con calci e pugni da più persone quando era già a terra esanime. Un pestaggio di gruppo avvenuto nella notte tra venerdì e sabato davanti a un locale del centro storico di Alatri, in Ciociaria, il «Miro music club». Ha provato a divincolarsi, ma è stato accerchiato e malmenato. Un paio di amici sono intervenuti per salvarlo da quell’inferno, ma uno è rimasto ferito riportando graffi alla gola. Emanuele è arrivato in ospedale con il cranio sfondato, un’emorragia cerebrale, fratture cervicali e altre lesioni. È stato operato d’urgenza alla testa al policlinico Umberto I di Roma, dove era stato trasportato in eliambulanza, ma ieri è morto. Il suo cuore ha cessato di battere. E i genitori hanno autorizzato la donazione degli organi.
 



LA RABBIA
Ad Alatri, dove viveva nella popolosa zona di Montereo, c’è rabbia. Una città scossa, incredula e che ha sperato fino all’ultimo di poter riabbracciare Emanuele. Nei prossimi giorni dovrebbe svolgersi una fiaccolata per ricordarlo e per manifestare un netto «no» alla violenza. Qualcuno l’aveva organizzata già per ieri sera, ma le forze dell’ordine avrebbero consigliato di rinviarla per questioni di sicurezza visto il clima di tensione che si respira in città. Il sindaco Giuseppe Morini, definendo l’accaduto come «un atroce episodio di violenza», ha poi spiegato: «Ma Alatri non è il Bronx». Ora è caccia ai responsabili del massacro e dalla morte del giovane. I carabinieri, anche ieri, hanno convocato, ascoltato e tenuto sotto torchio oltre venti ragazzi tra italiani e albanesi per ricostruire la dinamica: in sostanza si cerca di risalire a chi si è scagliato contro il ventenne e ha infierito su di lui causandogli ferite letali. Gli investigatori stanno raccogliendo testimonianze tra chi l’altra sera si trovava nel locale o all’esterno. La Procura di Frosinone ha aperto un’inchiesta per omicidio volontario e le attenzioni si sarebbero concentrate su otto-nove persone, tra loro anche alcuni albanesi addetti alla vigilanza del locale: secondo alcune indiscrezioni ci sarebbero almeno sei indagati. Subito dopo il pestaggio, gli investigatori hanno trattenuto in caserma una decina di persone, poi richiamate, ed eseguito diverse perquisizioni per rinvenire la mazza di ferro, la spranga o il paletto con cui è stato colpito Emanuele alla ricerca di eventuali tracce di sangue e impronte digitali.



PESTAGGIO DI GRUPPO
In base alla ricostruzione, Emanuele venerdì sera era andato nel locale, un circolo ricreativo in piazza Regina Margherita sottoposto a sequestro dalla Procura, insieme alla fidanzata e ad alcuni amici. Era davanti al bancone quando dopo alcuni apprezzamenti fatti alla propria fidanzata è scoppiato un diverbio con un ragazzo albanese. Al momento, però, non si esclude una discussione nata su chi avesse ordinato prima un drink. Gli addetti alla sicurezza del locale hanno trascinato il ventenne fuori dal locale. Poi, nella piazzetta adiacente, intorno alle 2, il massacro: Emanuele è stato colpito al capo ed è rimasto in balìa di un pestaggio gruppo che si è rivelato mortale.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA