Catania, “case di piacere” mascherate da centri massaggio: la polizia chiude due esercizi

Gaetano Cocuzza, il 49enne pregiudicato arrestato per sfruttamento della prostituzione
di Mario Meliadò
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Mercoledì 28 Febbraio 2018, 19:10 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 22:34
Due “centri massaggi” – almeno di questo, sulla carta, si trattava – sono stati chiusi a Catania nel giro di 24 ore ad opera della Polizia di Stato. In uno dei due casi, il titolare è stato persino arrestato.
 
Ieri, gli agenti hanno identificato un centro in cui si reclamizzavano due soluzioni tariffarie in particolare: 30 euro per 30 minuti, 70 euro per un’ora. In entrambi i casi il programma era: massaggio thailandese e bagno in vasca. E a conclusione, anche se questo non c’era scritto, un rapporto sessuale.
Dopo aver “fatto visita” al centro estetico, i poliziotti hanno eseguito il sequestro penale preventivo del locale  e denunciato a piede libero il titolare, un imprenditore cinese. E cinese era pure la 37enne massaggiatrice che vendeva i suoi “servizi alla persona”: inesorabile anche nei suoi confronti una denuncia, in questo caso per resistenza a pubblico ufficiale, avendo provato la donna a divincolarsi e a fuggire alla vista degli uomini in divisa. Ma sul suo conto è emerso anche altro: l’extracomunitaria si trova infatti sul territorio italiano benché non in possesso di permesso di soggiorno, in quanto autorizzata a restare nel nostro Paese per un biennio in relazione alla salute psicofisica della sua bambina.
 
Oltre che per per favoreggiamento della prostituzione, l’imprenditore cinese è stato denunciato a piede libero per diverse violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e di violazioni dei diritti dei lavoratori: la sua “dipendente” lavorava in nero e senza aver ricevuto alcuna formazione specifica, e in luoghi infernali dal punto di vista della pulizia, senza spogliatoio né armadietto, ed era costretta a dormire in un minuscolo ammezzato direttamente all’interno del negozio.
L’esercizio, peraltro, era particolarmente reclamizzato sul web e su alcuni social network: ampia e qualificata la clientela, composta da funzionari della Pubblica amministrazione ma anche da insospettabili professionisti. Alcuni di loro, bloccati mentre stavano lasciando il centro massaggi, hanno ammesso d’esserne venuti a conoscenza e d’avere anche preso appuntamento tramite Internet.
Non sapevano nulla, però, delle svariate telecamere piazzate un po’ ovunque, appunto all’insaputa dei clienti, e collegate a videoregistratore digitale, poi sequestrato per ulteriori accertamenti. E già solo per questo, il titolare rischia fino a 36mila euro di multa.
 
Nella giornata di oggi, a segno anche analoga attività ad opera degli agenti del commissariato Borgo-Ognina: anche in questo caso, smascherato un centro estetico che prometteva sedute all’insegna di un sano “relax”, espressione dietro la quale in realtà si celava l’esercizio della prostituzione.
 
Chiuso all’istante l’esercizio – in possesso d’autorizzazione Scia per esercizi olistici per il benessere fisico – e arrestato per sfruttamento della prostituzione il 49enne titolare, il pregiudicato Gaetano Cocuzza: gli avventori pagavano a lui quanto pattuito per i massaggi (mentre le massaggiatrici-prostitute ricevevano 10 euro per ogni ora d’attività).
E in questo caso uno dei clienti è stato addirittura colto nell’atto di ricevere una prestazione sessuale da una dipendente del centro estetico. 
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