Conto alla rovescia per l'elezione del Papa Nero, il nuovo generale dei gesuiti

Conto alla rovescia per l'elezione del Papa Nero, il nuovo generale dei gesuiti
di Franca Giansoldati
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Mercoledì 20 Luglio 2016, 20:50 - Ultimo aggiornamento: 21 Luglio, 18:09
Città del Vaticano Conto alla rovescia e lavori in corso per un nuovo «Papa Nero». Padre Adolfo Nicolas, capo dei gesuiti, il 2 ottobre presenterà le dimissioni all’assemblea dei suoi confratelli,  come del resto aveva annunciato, perchè vuole andare in pensione. Il semaforo verde per lasciare l’incarico a 80 anni è arrivato da Papa Francesco  La scelta di rinunciare al mandato a vita di generale dei gesuiti vanta già un precedente nella plurisecolare storia dell’ordine fondato nel 1540 da Sant'Ignazio: quello di Hans Kolvenbach (ritiratosi in Libano) il quale allo scoccare degli 80 anni nel 2008, dopo aver retto il timone per 25anni della Compagnia di Gesù, si dimise dall’incarico con il consenso dell’allora pontefice Benedetto XVI e della 35ª Congregazione generale. «Penso che l'intera Compagnia di Gesù sia cosciente del fatto che abbiamo bisogno di agilità e di audacia nell'affrontare il futuro e che non sia bene trovarsi in mezzo alle incertezze che accompagnano gli ultimi due anni o più di servizio di ogni superiore generale» ha spiegato padre Nicolas. «La Congregazione è libera di accettare la mia richiesta di dimissioni o di non accettarla. Nel caso che non dovesse accettarla, dovrà eleggere un vicario per provvedere ai prossimi anni in cui le mie capacità certamente diminuiranno in maniera consistente”.

Nicolas venne eletto al secondo scrutinio dalla Congregazione generale a 72 anni. Il generale dei gesuiti è chiamato «Papa nero» per il colore della tonaca che indossa, perché è eletto a vita come il Pontefice ed è a capo del più numeroso e influente ordine religioso del mondo. Benedetto XVI, nel 2008, parlando ai gesuiti all’indomani dell’elezione di Nicolas, chiese alla Compagnia una maggiore fedeltà nel «promuovere la vera e sana dottrina cattolica», della quale «la Chiesa ha ancor più bisogno oggi, in un'epoca in cui si avverte l'urgenza di trasmettere ai contemporanei, distratti da voci discordanti, l'unico e immutato messaggio di salvezza che è il Vangelo». Ratzinger aveva definito «quanto mai utile» una pubblica riaffermazione della «propria totale adesione alla dottrina cattolica» da parte della Compagnia di Gesù, «in particolare su punti nevralgici oggi fortemente attaccati dalla cultura secolare, come il rapporto fra Cristo e le religioni, taluni aspetti della teologia della liberazione e vari punti della morale sessuale, soprattutto per quel che riguarda l'indissolubilità del matrimonio e la pastorale delle persone omosessuali».
 
 
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