«Carlo Zadra è un ottimo funzionario, che conosco dai tempi in cui era al gabinetto Reding e con cui ho sempre lavorato molto bene» afferma il sottosegretario per gli affari europei, che già ieri è intervenuto direttamente per evitare che non ci sia alcuna presenza italiana nel gabinetto del presidente della Commissione europea, crocevia di tutte le decisioni dell'esecutivo di Bruxelles. «Per noi è essenziale che un membro di nazionalità italiana sia nel gabinetto Juncker», afferma Gozi specificando di aver «già fatto ieri questa richiesta al capo di gabinetto, Martin Selmayer». «Juncker - conclude Gozi - non ha nessun obbligo giuridico di avere determinate nazionalità nel suo gabinetto. Ma iniziare il 2016 senza un italiano non faciliterebbe certo i rapporti con l'Italia. Ancora una volta è una questione di opportunità politica».
Le dimissioni di Zadra, che aveva - tra l'altro - le deleghe su migrazioni, giustizia e affari interni, sono maturate dopo una serie di scontri cominciati già all'inizio del 2015, caratterizzati dai 'modi dispoticì di Selmayr. Ma a far maturare la decisione del funzionario italiano è stata la scelta del potente capo (tedesco) del gabinetto Juncker di nominare il britannico Michael Shotter «esperto giuridico senior» affidandogli il «coordinamento strategico» sulle materie già delegate a Zadra. La nomina è stata fatta poco prima di Natale, dopo il duro confronto tra il premier Matteo Renzi e la cancelliera Angela Merkel nel Consiglio europeo del 17 e 18 dicembre.
La scelta dei 13 membri del gabinetto del presidente non deve giuridicamente rispettare criteri di provenienza, perchè i funzionari sono formalmente indipendenti dai paesi di origine.
Ma per tutte le cancellerie è importante avere un punto di riferimento negli uffici in cui vengono forgiate le politiche europee. E due eurodeputati di Forza Italia, Fulvio Martusciello e Salvatore Cicu, hanno affermato che l'uscita di scena di Zadra «dimostra tutta l'inconsistenza del governo italiano e del premier Renzi».
© RIPRODUZIONE RISERVATA