Caso Cucchi, il generale Del Sette: «Vicenda grave e inaccettabile, ma no alla deligittimazione dei carabinieri»

Caso Cucchi, il generale Del Sette: «Vicenda grave e inaccettabile, ma no alla deligittimazione dei carabinieri»
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Sabato 12 Dicembre 2015, 18:48 - Ultimo aggiornamento: 15 Dicembre, 19:07

Quella di Stefano Cucchi è «una vicenda estremamente grave» perchè è «inaccettabile per un carabiniere rendersi responsabile di comportamenti illegittimi e violenti»; siamo rattristati e commossi«, »determinati nel ricercare la verità«, ma no alla delegittimazione dei Carabinieri. Lo afferma il comandante generale dell'Arma, Tullio Del Sette.

«È una vicenda estremamente grave», dichiara Del Sette. «Grave - sottolinea - il fatto che alcuni Carabinieri abbiano potuto perdere il controllo e picchiare una persona arrestata secondo legge per aver commesso un reato, che non l'abbiano poi riferito, che alcuni altri abbiano potuto sapere e non lo abbiano segnalato a chi doveva fare e risulta aver fatto le dovute verifiche, se tutto questo sarà accertato. Grave il fatto che queste cose possano emergere soltanto a partire da oltre sei anni dopo, nonostante un processo penale celebrato in tutti i suoi gradi». «Per questo sono - lo è l'Arma dei Carabinieri, lo sono tutti i Carabinieri - accanto alla Magistratura con forza e convinzione - prosegue Del Sette -, come sempre, per arrivare fino in fondo alla verità, per poi poter adottare con tempestività, con giustizia trasparente, equanime e rigorosa i dovuti provvedimenti, giacchè è gravissimo, inaccettabile per un Carabiniere rendersi responsabile di comportamenti illegittimi e violenti».

«Siamo rattristati e commossi - dice ancora il comandante generale dell'Arma - dalla triste vicenda umana di Stefano Cucchi, prima e dopo quel 15 ottobre 2009, addolorati delle sue sofferenze, della sua morte, quali che siano le cause che abbiano concorso a determinarla, vicini ai suoi familiari. Lo sono io e lo sono i Carabinieri come tutti, più di tanti. Non può lasciare nessuno indifferente quel suo corpo sottile, quel suo volto tumefatto, che abbiamo visti nelle fotografie post-mortem mostrateci, con quei segni profondi delle vicissitudini e delle sofferenze patite».

«Rispetto, per tutto questo e determinazione nel ricercare la verità, nel perseguire quelli che dovessero risultare responsabili di reati, di condotte censurabili sotto ogni profilo. L'accertamento di responsabilità comporterà, se vi sarà, dolore e amarezza, ma nessuna delegittimazione - aggiunge il generale Del Sette - può derivare da notizie e iniziative mediatiche, legittime e comprensibili: non sfugge a nessuno, credo, che decine di migliaia di Carabinieri assolvono quotidianamente, in Italia e apprezzatissimi anche all'estero, la loro missione a tutela della legge e della gente, con professionalità, impegno, abnegazione, rischio continuo per la loro incolumità - come attestato dalle decine di infortunati, contusi e feriti di ogni giorno - e profonda umanità nelle migliaia di servizi, interventi, investigazioni di ogni giorno, nelle decine di migliaia di arresti di ogni anno, dei quali tutti i cittadini - conclude - possono avere conoscenza grazie ai mezzi di informazione».

LA SORELLA
«Nutro enorme rispetto per l'arma dei carabinieri e per i carabinieri tutti. Non siamo certo noi a volerla delegittimare. A voler macchiare la sua immagine. Il valore di tanti carabinieri che operano quotidianamente su tutto il territorio nazionale è indiscutibile. Ma quel che è successo a Stefano ed a noi tutti in questi sei anni deve fare riflettere e molto il generale comandante Del Sette al quale va comunque tutta la nostra stima e rispetto». Lo dichiara in una nota Ilaria Cucchi.

«Com'è possibile tanta violenza su quel corpo? Come è possibile soprattutto vantarsi di essersi divertiti?» a picchiarlo.

Sono le domande di Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, intervistata dal Tg3, commentando le indiscrezioni su una intercettazione telefonica di uno dei carabinieri indagati per la morte del giovane nel 2009. «Quello che gli ho promesso quel giorno che l'ho visto morto su quel tavolo di obitorio, che avremmo scoperto chi era stato a ridurlo così, farò di tutto per mantenerlo», ha aggiunto Cucchi
 

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