Dpcm, le Regioni spingono per aprire. Ma il decreto slitta a Natale: nei negozi accessi diluiti

Dpcm, le regioni spingono per aprire. Ma il decreto slitta a Natale: nei negozi accessi diluiti
di Marco Conti
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Lunedì 16 Novembre 2020, 22:21 - Ultimo aggiornamento: 17 Novembre, 13:27

I contagi aumentano. La curva non è più esponenziale ormai da qualche giorno ma il ministro della Salute Roberto Speranza sostiene che il picco dei contagi arriverà solo la prossima settimana o a fine mese. L’appuntamento resta quindi quello del 4 dicembre quando la Cabina di regia, istituita presso il ministero della Sanità, farà il punto su contagi, ricoveri e terapie intensive per poi valutare eventuali allentamenti.

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LO SFORZO

La corsa dei presidenti di regione per arrivare a quella data con le carte in regole è iniziata da qualche giorno.

Il governatore della Campania Vincenzo De Luca ha finalmente ottenuto la zona rossa, anche se «in ritardo», proprio nel tentativo di centrare l’obiettivo. Il toscano Eugenio Giani, mastica invece amaro e ripete che il suo obiettivo «è riportare la Toscana in zona gialla per Natale, ma è dura». La spinta dei governatori torna a farsi sentire e per oggi hanno ottenuto una nuova riunione straordinaria della conferenza stato-regioni. Obiettivo di molti presidenti è avere la certezza che gli sforzi chiesti a cittadini ed imprese possano essere in qualche ripagati in vista del Natale e che risalire dall’inferno della zona rossa con lo stesso tempo in cui ci si è finiti. A premere più che la voglia di cenone delle famiglie è la pressione delle categorie produttive particolarmente penalizzate dalle chiusure e che alle spalle hanno le chiusure della prima ondata e una stagione turistica inesistente. 

LA SITUAZIONE

Commercianti e ristoratori sono sul piede di guerra e premono ovunque, in Friuli come in Lombardia. Fedriga e Fontana, ma anche Giani e il ligure Toti non vogliono restare fuori da possibili e futuri allentamenti. Il meccanismo del dpcm in vigore prevede infatti che servono due settimane per valutare se le misure previste dalla fascia rossa o arancione hanno prodotto il loro effetto. Quindi, secondo le norme, venerdì prossimo solo Piemonte, Lombardia, Calabria e Valle d’Aosta possono sperare in un allentamento, mentre l’Abruzzo, per evitare forse di dipendere dalle scelte del governo, in zona rossa ci si è messo da solo sino al 3 dicembre. Anche se il ministro Speranza definisce «lunare» interrogarsi sul Natale, nel governo c’è chi ha iniziato a mettere in fila le misure di allentamento che potrebbero scattare dal 4 dicembre. Da subito nelle regioni più virtuose e più a ridosso del Natale nelle altre. Per far ripartire i consumi occorre tenere aperti i negozi magari sino a tarda sera non solo nelle regioni gialle ma anche in quelle arancioni.

IL NUOVO DECRETO

Orari differenziati per fasce di età potrebbero essere introdotti o con il nuovo decreto o con ordinanze regionali sul modello della Liguria. Gli spostamenti tra regioni, per favorire i ricongiungimenti familiari, saranno possibili ovunque e non solo nelle regioni gialle. Un allungamento dell’orario del coprifuoco sarà possibile forse già dopo il 4 dicembre per le regioni gialle e sparirà nei giorni di Natale e Capodanno. Resteranno vietate le feste nei locali e negli alberghi. Chiuse le discoteche e i locali da ballo, ma nelle case ci si limiterà alle raccomandazioni, nelle piazze dei centri storici delle città verranno posti dei limiti agli accessi e nei ristoranti il numero dei commensali potrebbe salire qualora si tratti di congiunti. Ovviamente tutto è condizionato da dati sulla circolazione del virus più confortanti degli attuali, anche se al ministero della Sanità c’è la consapevolezza che con gli allentamenti qualcosa alla fine si concederà all’indice Rt e che poi forse andrà “ripagato” con il mese di gennaio. Il decreto di Natale non toccherà le tre fasce: «la speranza», sostiene la sottosegretaria Sandra Zampa è che «le misure siano meno restrittive e la situazione meno drammatica di quanto non lo sia oggi». Una cautela che fa i conti con la pressione crescente e con la consapevolezza di non riuscire a reggere eventuali e clamorose differenze tra territori e regioni. Al Natale «sobrio e responsabile» nel quale si devono evitare gli errori estivi, molte categorie produttive arrivano stremate e la promessa che non faremo un nuovo lockdown come accade ora in Austria potrebbe non bastare. 

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