Zona gialla, Calabria verso la stretta da lunedì (con la Sicilia): Sardegna salva, allerta Marche

Zona gialla, Calabria verso la stretta da lunedì (con la Sicilia): Sardegna salva, allerta Marche
di Francesco Malfetano
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Mercoledì 15 Settembre 2021, 09:18 - Ultimo aggiornamento: 20 Febbraio, 13:55

Presto la Sicilia non sarà più la sola regione italiana a trovarsi in zona gialla. Dopo almeno tre settimane passate evitando di un soffio il cambio di fascia, questa volta sembra segnato anche il destino della Calabria. Com'è ormai noto infatti, le decisioni della cabina di regia del ministero della Salute che definiscono il passaggio da una zona di rischio all'altra vengono prese sui dati comunicati dagli enti locali il martedì. E ieri gli ospedali calabresi hanno confermato tassi di occupazione superiori alle soglie considerate critiche: poco più del 10 per cento per quanto riguarda i posti letto dei reparti di terapia intensiva dedicati Covid (la soglia massima per la permanenza in bianco definita dal governo è appunto il 10 per cento) e oltre il 17 per cento per i posti letto nei reparti ordinari (la soglia è del 15 per cento).

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A confermarlo ieri anche Sebastiani del Cnr: «Decisivo per la decisione del Comitato tecnico-scientifico di venerdì 17 settembre - rileva - è il valore delle terapie intensive del 14 settembre: se non scenderà sotto il 10 per cento, la Calabria sembra destinata a essere dichiarata gialla venerdì 17 e diventare tale da lunedì 20».

Ovviamente, come accade in realtà in quasi tutta la Penisola, la regione sfora anche l'altro parametro decisivo: l'incidenza. Questa infatti si attesta oltre i 200 casi per 100mila abitanti, a fronte di una soglia di 50.

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Sembra invece parzialmente rientrata l'allerta per un imminente passaggio in giallo della Sardegna. Sull'Isola infatti si sta assistendo ad una stabilizzazione dei nuovi ingressi negli ospedali. Secondo i dati dell'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) i reparti ordinari sono fermi da due settimane al tasso di occupazione del 13 per cento, mentre le terapie intensive sono in calo dal 12 per cento di 7 giorni fa all'11 per cento attuale. In generale però, in tutte le regioni italiane si conferma un trend alla stabilizzazione.

Uniche differenze, confrontando i dati del 14 settembre con quelli del giorno precedente, è il rialzo del tasso di occupazione delle terapie intenstive nelle Marche, ora al 13 per cento e quindi ben oltre la soglia del 10 (ma la regione non rischia il passaggio in giallo perché nei reparti ordinari l'occupazione è appena al 6 per cento). Lievi aumenti, comunque non ancora significativi, anche in Molise (al 5 per cento) e in Veneto (al 6 per cento). In calo invece, proprio come in Sardegna, anche in Friuli Venezia Giulia (al 5 per cento).

 

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