Zona gialla Lombardia, Lazio e Piemonte; Campania, Emilia e Molise arancioni. Perugia nuova zona rossa

Zona gialla Lombardia, Lazio e Piemonte; Campania, Emilia e Molise arancioni. Perugia nuova zona rossa
di Mario Landi
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Venerdì 19 Febbraio 2021, 12:40 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 12:23

Campania, Emilia Romagna e Molise passano in zona arancione portando a 8 le regioni dove da domenica saranno chiusi bar e ristoranti per tutta la giornata e sarà possibile spostarsi dal proprio comune solo per motivi di lavoro, salute e necessità. Lazio, Lombardia e Piemonte tirano quindi un sospiro di sollievo e restano in zona gialla. Il monitoraggio settimanale del ministero della Salute fotografa una situazione in peggioramento in tutta Italia, dovuta soprattutto al diffondersi delle varianti del Covid, e gli esperti dell'Istituto superiore di Sanità tornano a ribadire la necessità di ridurre le interazioni tra i cittadini e innalzare le misure su tutto il territorio nazionale. 

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Divieto di spostamento prorogato al 5 marzo

Un invito che già la settimana prossima potrebbe essere raccolto dal governo che sta valutando la possibilità di prorogare il divieto di spostamento tra le regioni fino al 5 marzo, data in cui scadrà il Dpcm attualmente in vigore. «Serve una drastica riduzione delle interazioni fisiche e della mobilità, è fondamentale rimanere a casa il più possibile» dice l'Iss alla luce di un Rt ormai prossimo all'1 e in salita da tre settimane. «I dati ci dicono che c'è una controtendenza verso un aumento dei casi» ribadisce il direttore generale del ministro, Gianni Rezza; un'analisi confermata anche dai numeri giornalieri che indicano quasi 15.500 casi, duemila più di ieri, e ancora 353 morti in 24 ore, il tasso di positività che sale al 5,2% e un aumento dei ricoveri in terapia intensiva (+14) che da giorni si sono stabilizzati sui duemila e non riescono a scendere. 

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Tutte le regioni arancioni

Le tre regioni vanno ad aggiungersi a Abruzzo, Liguria, Toscana, Umbria, Trento e Bolzano, che già da una settimana sono in arancione. Nessuna regione passa invece formalmente in rosso, anche se nelle zone dove è stata individuata una maggiore diffusione delle varianti sono già scattati lockdown locali, con ordinanze dei governatori. In zona rossa sono le province di Bolzano, Perugia, Pescara e Chieti e diversi comuni in Lombardia, Toscana, Molise, Lazio e Piemonte.

Ma è probabile che gli interventi «tempestivi e aggressivi» a livello locale, come li definisce Rezza, andranno ad aumentare nei prossimi giorni, a partire dal Trentino che, con il Molise, ha l'Rt più alto in Italia. 

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Il problema varianti

E sempre la circolazione delle varianti ha fatto sfumare il passaggio della prima regione in zona bianca: in Valle d'Aosta l'incidenza è tornata sopra 50 casi ogni 100mila abitanti e il rischio è salito da basso a moderato. L'analisi degli esperti è ora sul tavolo del governo, atteso nei prossimi giorni da una serie di decisioni da prendere. Il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, che rilanciando una vecchia battaglia del governatore campano Vincenzo De Luca ha incassato l'appoggio di Toscana e Lombardia e la contrarietà della Liguria, ha annunciato di aver già chiesto ai ministri Roberto Speranza e Mariastella Gelmini di valutare «restrizioni omogenee» per «respingere questa nuova ondata». In sostanza, misure da zona arancione («non un lockdown come a marzo») uguali in tutto il Paese. 

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La linea del governo per ora non cambia

Al momento però la linea del governo non dovrebbe cambiare, come ha confermato anche Rezza: «ci vogliono misure adeguate e proporzionali, non credo sia previsto un cambio di strategia». Ovvio che, se le varianti dovessero far schizzare i contagi, si valuterà se imporre misure più drastiche in tutta Italia. «Non si può escludere - dicono fonti di governo - se dovessero esplodere i contagi ci saranno da fare delle scelte». 

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Draghi, punto con i ministri

IIn ogni caso, nei prossimi giorni il premier Mario Draghi dovrebbe fare un punto con i ministri interessati e gli esperti per valutare proprio l'impatto delle varianti, e sarà lui ad annunciare la linea anche in vista del 5 marzo, quando scadrà il Dpcm. L'orientamento è quello di prorogare il divieto di spostamento tra le regioni - che scade il 25 febbraio, giovedì prossimo - proprio fino al 5 marzo in modo da avere più tempo per lavorare, anche con le regioni, ad un unico provvedimento che delineerà i nuovi interventi. Partendo da un punto che nessuno mette in dubbio: la linea del rigore non può essere, ancora, abbandonata.

Scarica il report settimanale dell'Iss

 

 

Riunione straordinaria delle regioni

Una riunione in seduta straordinaria della Conferenza delle Regioni si terrà domani per fare il punto della situazione alla luce della diffusione delle varianti del virus e affrontare il tema della gestione della pandemia e il sistema delle regole in vista della scadenza del Dpcm il 5 marzo. L'incontro è in programma alle 17.

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Cresce l'incidenza dei casi: 135 per 100 mila abitanti 

L'incidenza dei casi Covid in Italia a livello nazionale nella settimana di monitoraggio cresce rispetto alla settimana precedente: 135,46 per 100.000 abitanti (8-14 febbraio) contro 133,13 per 100.000 abitanti del periodo 1-7 febbraio (dati flusso ISS), «lontana da livelli (50 per 100.000) che permetterebbero il completo ripristino sull'intero territorio nazionale dell'identificazione dei casi e tracciamento dei loro contatti». Così l'Istituto superiore di Sanità in una nota sui numeri principali dell'epidemia emersi dal monitoraggio settimanale Iss.

 

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Iss: «Peggiora il livello generale del rischio epidemico»

Si confermano per la terza settimana segnali di tendenza ad un «graduale incremento nell'evoluzione epidemiologica» e si osserva un «peggioramento nel livello generale del rischio». Ciò richiede misure di mitigazione nazionali e puntuali interventi di mitigazione/contenimento nelle aree a maggiore diffusione. Lo rileva la bozza di monitoraggio Iss-ministero della Salute. Un «nuovo rapido aumento nel numero di casi potrebbe rapidamente portare ad un sovraccarico dei servizi sanitari in quanto si inserirebbe in un contesto in cui l'incidenza di base è ancora molto elevata e sono ancora numerose le persone ricoverate per COVID-19».

 

Iss: «Mantenere drastica riduzione dei contatti e mobilità»

«Si ribadisce, anche alla luce della conferma della circolazione di alcune varianti virali a maggiore trasmissibilità, di mantenere la drastica riduzione delle interazioni fisiche tra le persone e della mobilità». Lo rileva la bozza del monitoraggio settimanale Iss-ministero della Salute.

 

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