Zingaretti: «Un progetto Mare per rilanciare l’Italia Centrale»

Zingaretti: «Un progetto Mare per rilanciare l’Italia Centrale»
di Nicola Zingaretti
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Sabato 21 Maggio 2022, 00:18 - Ultimo aggiornamento: 16:04

Caro direttore, anche grazie alla campagna del vostro quotidiano, credo che si sia raggiunto un primo importante risultato. C’è oggi una percezione condivisa sull’opportunità di un’azione comune per fare del Centro Italia uno dei territori cruciali per la rinascita, anche economica, dell’Italia. Non è poco.

La proposta/ L'importanza di capire la questione Italia Centrale

 
Eppure, come scrive Luca Diotallevi, la fase nuova che si è aperta con l’avvio dei progetti del Pnrr, l’inizio della nuova programmazione 2021-2027 dei fondi europei, assieme alla fase di incertezza legata alla guerra e alla conseguente crisi energetica, ci obbligano a rilanciare il tema di quella che ho chiamato proprio su queste pagine “l’Italia dei due Mari”. Sarebbe importante che anche il Governo cogliesse tutte le opportunità legate a questa vocazione e rilanciasse il tema dello sviluppo di questa parte strategica del Paese.
La crescita dell’Italia, fin dal dopoguerra, è stata immaginata unicamente sulla direttrice Nord-Sud.

A questa visione, spesso si è aggiunta la Capitale, come una sorta di monade al centro dell’Italia, staccata dai territori che la ospitano. Io credo che questa visione sia un freno per il Paese e vada superata.


L’Italia dei due mari potrebbe rappresentare l’occasione per ridare il giusto ruolo, anche nel dibattito politico ed economico, a un’area - quella del Centro Italia - che, inserendo anche l’Abruzzo, genera 389 miliardi di euro di Pil, il 23,5% del totale nazionale, un valore che farebbe di questa area il nono Paese dell’Ue per Pil superando Paesi come Austria, Irlanda o Danimarca. Un’area strategica del Paese, composta da territori con peculiarità e caratteri distintivi unici, con livelli di diseguaglianza importanti, aggravati dal Covid, ma con potenzialità di sviluppo enormi.

Il dopo Covid e le risorse straordinarie che abbiamo a disposizione devono servire a immaginare e realizzare un Paese nuovo, aggredendo fragilità e sfruttando potenzialità inespresse. È tempo di costruire un’Italia diversa, migliore e più giusta, anche perché capace di ripensare il suo assetto e le linee di sviluppo.
Nei progetti del Pnrr alcune cose ci sono. Penso alla ferrovia Roma-Pescara o al grande piano di sviluppo green del porto di Civitavecchia. Su altre credo che dovremmo cominciare a ragionare insieme, a partire dalle opere da finanziare attraverso il Fondo Sviluppo e Coesione. 
C’è su questo tema un confronto franco con il Governo, che va intensificato anche considerando un piano complessivo per l’Italia centrale, al fine di semplificare l’approvazione dei progetti e la loro armonizzazione dentro un disegno nazionale.

Dobbiamo occuparci del rilancio delle aree interne e dei borghi, integrando le risorse già previste dal Pnrr con nuovi interventi sul tema centrale delle connessioni e della mobilità pubblica dei piccoli centri e delle aree interne.  Per ricucire aree rurali e metropolitane dobbiamo sperimentare forme nuove di servizi, anche utilizzando la grande opportunità del digitale, in particolare in ambito sanitario. C’è da sviluppare ancora moltissimo il tema delle infrastrutture per il turismo sostenibile, a partire dalle ciclovie e dai cammini, ampliando i progetti previsti dal Pnrr e dalle singole Regioni. Vogliamo realizzare con i Comuni del litorale una grande ciclovia che vada da Minturno a Pescia Romana, anche come congiunzione con le regioni a nord e a sud del Lazio.  E, dato che abbiamo voluto chiamarci l’Italia dei due mari, penso che sarebbe utilissimo lo sviluppo di un grande Progetto Mare, come chiede il mondo produttivo: un piano d’azione in grado di valorizzare nella sua complessità questa grande risorsa italiana, facendone un protagonista dello sviluppo e della transizione verso le basse e zero emissioni. 


Nel Lazio, non a caso, abbiamo lanciato a Ostia la prima facoltà dedicata all’Economia del Mare e siamo pronti ad accompagnare una riconversione totalmente green della centrale di Civitavecchia. Proprio la transizione energetica, a maggior ragione dopo l’investimento corposo dell’Europa di questi giorni, può essere un fondamentale banco di prova per la collaborazione tra le regioni dell’Italia centrale.
Penso che su questi temi si possa trovare una forte sintonia, anche al di fuori del perimetro delle regioni dell’Italia centrale. Sarebbe un’occasione straordinaria di sviluppo per l’intero Paese.

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